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La diperazione


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2208
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Verranno presto i tempi che ho previsto in periodo non sospetto quando andavo a dire a tutti i miei amici e conoscienti che la democrazia era finita. Correvano gli anni '90 e dal crollo del muro di Berlino ci fu un momento in cui le speranze videro una rinascita; erano le speranze che la brutta pagina politica della corruzione che prosperava -soprattutto quella italica-, vedesse la fine, in onore di un modello certamente liberista ma almeno orientato alla produzione e quindi al bene collettivo.

Ovviamente era una pia illusione ristretta a quelli che avevano prosperato come classe media, anche senza saperlo e che avevano pretese di riscatto rispetto chi era entrato nella ristretta cerchia dei privilegiati. Semplicemente non fu chiaro fino alla fine degli anni '90 che il progetto di adesione all'Europa era tutto fuorché ciò che la massa europea immaginava. Quel progetto ha tradito tutti, persino i suoi più accaniti sostenitori. Questo perché prevalse su tutte la strategia di costruire attivamene masse di disperati con qualsiasi mezzo, masse che dovevano nutrire la loro stessa disperazione in autonomia e per tramite di quell'utopia della "produzione-consumo" che era stato il nerbo del sistema civile fino a quel momento. Si poteva contare sulla incredulità della massa, incapace di dare un motivo a un fine così suicida. Ma insieme a questo, non c'era neppure una chiave pubblica per concepire un senso minimo da dare a quel fine, per chiunque al mondo.

La chiave per esistere doveva poggiarsi su molti aspetti differenti della realtà economica e politica noti solo a poche e ristrette élite. Un primo aspetto era il ruolo geostrategico di una potenza industriale militare (USA-URSS) che si era costruita unicamente sulla guerra fredda. Una guerra non solo eticamente falsa, ma concettualmente inconcepibile per le idee in essere in quel periodo, nel senso che se il mondo si basava come si basava tutto sulla produzione industriale e sullo scambio commerciale di una produzione-consumo civile, non c'era nessun motivo per cui differenti leader del mondo non dovessero trovare accordi, anche coltivati in contesti ideologici contrapposti e "far parlare" il successo mercantile. Se noi accettiamo che la guerra fredda era esclusivamente un conflitto ideologico, che senso aveva gonfiare la minaccia militare? Ne conserva uno solo, se ammettiamo che nessuno aveva fiducia nei rispettivi sistemi produttivi. Cioè che non c'era quella fiducia sbandierata nell'ideologia.

Se invece iniziamo a cogliere alcune questioni centrali, ad esempio cosa da valore alla parola di un delegato quando ci si siede al tavolo delle trattive internazionale, immediatamente capiamo che pretendere qualsivoglia trattativa senza un adeguato apparato militare alle spalle equivale ad infilarsi nella situazione di una pecora che belando abbia pretese di giustizia nella fossa dei leoni (affamati). Semplicemente assurdo.

Il secondo "pezzo" riguarda una valutazione più generale e di impatto ambientale umano. Non voglio arrivare a citare Maltus e il problema demografico, vorrei invece far notare solo che le pretese della civiltà moderna di creare una vita desiderabile futura sono tutte proiettate in quella tecnologia e industria dell'hi-tech che al suo massimo ideale oggi ha un impatto ambientale di circa 6 dove la sostenibilità è 1. Questo significa che solo pochi potrebbero vivere in un pianeta come il nostro con quelle pretese senza renderlo inabitabile e comunque dovrebbero farlo sotto un regime di ferro che limiti l'aspetto demografico. Se fossi nella posizione di dover decidere chi vivrà quel futuro, ovviamente non sceglierei un estraneo.

Il terzo pezzo riguarda la struttura sociale nella distribuzione del potere che si basa in via sistemica sulla corruzione. Quello che è necessario capire non è la corruzione intesa in senso criminale, per esempio per fare danno ambientale, ma per decidere banalmente la politica di un governo. Per capire questo passaggio dobbiamo prima di tutto ricostruire un significato che ci lega al nostro ambiente: il compenso o retribuzione. Nella grande massa inserita nel processo ideologico di produzione-consumo equivale a un guadagno che si ottiene rispetto a una prestazione d'opera per creare un bene o gestire un servizio, senza però avere ben chiaro che la prestazione equivale a un servaggio medievale anche se limitato nel tempo. Per chi vive in un sistema generalmente non competitivo il compenso equivale alla fiducia non al benessere, cioè la qualità della relazione che viene a realizzarsi con la comunità di riferimento. Se però non esiste una "comunità di riferimento", perché il rapporto è esclusivamente con una struttura verticale, in posizione subalterna, di servitù, ci si libera certamente dall'obbligo morale e dal giudizio del prossimo (che rimane obbligatorio se il valore è la fiducia reciproca) perché nella misura in cui è il padrone a determinare la bontà della servitù quella fiducia reciproca è inutile. Siccome quella valutazione verticale fa riferimento direttamente a quello che il padrone decide, non a quello che il servo crede di valere, il rapporto di servitù è implicitamente corruttivo e competitivo e seleziona non tanto gli individui migliori (quasi sempre oppositivi al "sistema") ma quelli più corruttibili, cioè seleziona gli avidi. Nel guardare la nostra società, non credo ci sia molto da aggiungere rispetto al rapporto osservabile tra il valore che diamo alla ricchezza individuale e quello della relazione umana di fede reciproca. Non credo ci sia molto da aggiungere oltre che questa demoniocrazia è in realtà una società di servi che coltiva come primo valore etico il "buon servaggio", cioè come accettare di vivere serenamente nella corruzione e nel sospetto reciproco.

Questo, di accettare serenamente l'inferno, si può fare in un solo modo. Qui tocchiamo l'aspetto forse più difficile da descrivere: il processo di domesticazione umano. Perchè l'uomo sia domesticato, non basta come l'equino che sia domato, deve prima di tutto accettare la posizione servile e per farlo è sufficiente fare in modo che si comporti come una bestia domestica (cioè domata) ma allo stesso tempo possa pensare che quel comportamento lo ponga in uno stato di speciale privilegio, di distinta superiorità sociale, rispetto qualsiasi "pezzente" possa fare da specchio, basta averne uno. Si deve poter sentire onorato di servire e "speciale" in quanto prescelto per quel servaggio. La situazione migliore è quella dove lui stesso sceglie la sua propria servitù, ma nella sostanza basta che veda il comportamento della bestia servile umana come un privilegio sociale, perché sia sostenuto un sistema basato sulla corruzione e non sulla fiducia reciproca.

Un ultimo aspetto riguarda la moderna evoluzione del concetto di "chi serve chi". Fino alla fine dell'800 erano gli uomini a servire altri uomini e non c'erano molte altre possibilità. Oggi i servi per gli uomini del futuro è ormai chiaro che saranno macchine. Quindi la relazione di servitù che reggeva strutturalmente la società industriale è venuta meno nella sua componente di base: il compenso. Una macchina non ha bisogno di essere compensata, non ha nemmeno bisogno di valori etici o di fiducia. Funziona comunque. Per ciò è il servo perfetto per ogni padrone e non esiste una competizione possibile del servo umano. In questo senso quindi siamo diventati improvvisamente inutili e quindi un impaccio.

Se mettiamo insieme tutti questi punti, diventa abbastanza chiaro perché nella visione di un futuro possibile, l'ultima opzione che potremmo vedere (anche se idealmente è la migliore) è quella di reciproco vantaggio tra umani. Inoltre diventa limpido il progetto per la realizzazione attiva della disperazione di massa, propedeutica per un suicidio di massa.

La parte più tragica di tutto questo è che i collaborazionisti, potrebbero essere stati convinti che faranno parte di quel residuo di umanità che si salverà dalla purga della disperazione. Altri che il progetto è così folle e feroce che non può essere del tutto vero. Qualsiasi sia la vostra opinione, la tragedia sta nel fatto che accettare una prospettiva di questo tipo -cioè di un ingegneria sociale usata per pianificare la distruzione di massa globale- è difficile per chiunque e per ciò pochi o nessuno la prenderanno abbastanza sul serio. Finchè l'evidenza tracimerà dal ogni angolo e tutti dovranno prenderne atto, epperò a quel punto potrebbe essere troppo tardi per porvi un qualunque rimedio.


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fiurdesoca
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 107
 

detto in poche parole ciò che sta succedendo. sembra troppo enorme ma temo sia questo il progetto alla base di tutto il caos che stiamo vivendo. condivido l'analisi di GioCo, ha la vista lunga e a mionavviso ci vede molto bene.


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