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Retorica del disagio e sopravvivenza


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Gli anni che abbiamo davanti saranno particolari e non solo per le catastrofi annunciate da tempo, come l'approvvigionamento di cibo e acqua che saranno sempre meno raggiungibili per una quantità di persone crescenti.

In questo momento molti di noi (del così detto "mondo civilizzato") si trovano in una specie di finestra temporale, tra una identità che è ereditata dal passato, di cittadino, di lavoratore, di "persona per bene", inserito in una serie di contesti che costruiscono l'identità civile, come la casa, la scuola, i luoghi dove fare acquisti, gli uffici della pubblica amministrazione, strade e autostrade ... e un futuro che ha come unica certezza l'evaporazione istantanea di tutti questi significati.

Vorrei soffermarmi un poco su questo concetto "evaporazione istantanea dei significati" e chiarirlo meglio. Per farlo prenderemo due concetti piuttosto studiati: il punto di rottura di un sistema complesso e il processo di significazione (anche definito "semiotica"). Il primo è noto ai fisici e (soprattutto) agli ingegneri, che lo usano più o meno direttamente per progettare ponti e grattacieli e tante altre strutture portanti. Tuttavia non è materia ingegneristica o di ricerca, ma è applicabile a qualsiasi sistema per comprendere il prevedibile comportamento quando viene sottoposto a forte stress, compreso il nostro ecosistema globale.

Secondo questi studi, il sistema complesso ha sempre al suo interno la possibilità di opporre una certa resistenza alle pressioni esterne che spingono per il cambiamento interno al sistema. Ad esempio, se prendiamo un bastone e tentiamo di spezzarlo, questo tenderà a tornare alla sua posizione originale opponendo resistenza per tramite dei fasci di fibre che lo compongono. Ma la stessa cosa vale se tentiamo di convincere una persona che abbiamo ragione, dal momento che ha una sua ragione contraria da opporre. Questa resistenza è calcolabile e nella misura in cui "c'è opposizione", questa carica il sistema di energia. In altre parole, più il sistema reagisce in modo efficace più accumula energia. Questo significa che un sistema che oppone una forte resistenza, se poi cede, tende a rilasciare tutta l'energia cumulata "durante l'opposizione" in breve tempo. Per ciò se il bastone che volevamo spezzare è di un ramo robusto, insistendo potrebbe spezzarsi all'improvviso con conseguenze per noi indesiderabili. Se la persona che volevamo convincere è "fedele" alle sue ragioni, insistendo potremmo essere costretti alla rissa.

Sono decenni che la biosfera oppone resistenza al cambiamento ormai però il collasso è in corso. In un sistema di queste proporzioni, se il carico è durato un secolo e mezzo (circa) lo scarico dovrebbe durare qualche decennio. Poi il sistema si stabilizzerà su un nuovo equilibrio ed è molto probabile che l'Uomo non avrà spazio in questo "nuovo equilibrio"; il tutto si presenterà all'improvviso, come "già fatto". Come i banchi di ghiaccio artici sciolti, come la scomparsa di una specie vivente. Ci troveremo quindi ad affrontare il nostro nuovo mondo, dove "nostro" intende proprio "creato da noi". Solo che (come Mosé davanti alla terra promessa) non potremo abitarlo se non con sofferenze indicibili. Come l'Inferno.

Quando parliamo di "processo di significazione" non possiamo non citare la sociosemiotica, cioè in particolare quel processo di significazione veicolata dai mass media, come il così detto "marketing", ma anche tutto l'apparato così detto "di intrattenimento". Questi apparati hanno come primo obbiettivo quello di far stare le persone entro precise cornici di senso. Un po' come stare entro lo spazio della strada nel procedere verso una destinazione. In questo modo non è solo l'obbiettivo che viene gestito a tavolino, ma anche il percorso. Per fare stare dentro le cornici di significato le persone, basta creare un legame con la cornice stessa e la colla è il pensiero: "come faccio a ...". Per esempio come faccio a guidare l'automobile, come faccio a pagare il pedaggio autostradale, come faccio a evitare le multe, etc. etc.
Molti confondono questo passaggio con la legalità, ma è un errore. Io posso anche non rispettare le leggi (anche quelle morali) tuttavia rimango imprigionato nei quadri si significato della massa se seguo il pensiero "come faccio a ...". Quindi un ladro, un farabutto, un malavitoso, non è una figura "esterna", "libera" rispetto al quadro di significati condivisi, è solo fuori dalla morale e dalla legge di una certa epoca e di un certo paese.
Per spezzare le catene delle significazioni imposte devo saper rispondere alla domanda: "perchè?"
Tuttavia stare nel "perché", significa affondare la coscienza oltre i veli dei quadri di significazione che nascondono ciò che non si dovrebbe vedere. Cioè significa stare nel disagio (crescente) di un altro significato delle cose.

Non c'è niente di bello dietro i veli sorretti dai quadri si significazione imposti dal processo: non c'è niente di certo e nemmeno niente di desiderabile. E' come vagare tra deserti e orrori sconfinati in perpetuo mutamento, eppure ovunque capiti, hai sempre tutte le motivazioni per fuggire via subito e nessuna per restare: basta il tempo per realizzare l'orrore che ti circonda. Stare per capire quello che osservi è un esercizio che consuma, che ha bisogno di molto allenamento.

"Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. Se tu guarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te" [F. W. Nietzsche].

In un sistema complesso che collassa, quello da cui dipendiamo, l'abisso non può che tracimare nella realtà in forma di orrore e mostruosità ... e allora ... allora c'è poco da fuggire se non avremo prima imparato a stare nel disagio di ri-significare ogni cosa da capo, cioè a stare in quell'esercizio di un "perchè" inesauribile.
Non ci garantirà nulla, ma di sicuro sarà imprescindibile per chi rimane e non vorrà suicidarsi o impazzire.


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[Utente Cancellato]
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 544
 

Non è una cattiva cosa essere nati dalla parte giusta del fucile.
Senza offesa i discorsi sui poverini che non hanno risorse hanno stufato.
io non mi chiedo come faccio a . lo faccio e basta


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ignorans
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 305
 

Lo studio, la sociologia, la semiotica, non migliorano le nostre capacità di adattamento
Venire catapultati in realtà nuove è un banco di prova, come quando esci nel freddo provenendo da un appartamento riscaldato.


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