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E' guerra alla banconota

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Tao
 Tao
Illustrious Member
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Le banche hanno deciso di dichiarare guerra alla ‘costosa’ cartamoneta e di imporre agli italiani l’utilizzo della moneta ‘elettronica’. Una operazione strategica che mira a convincere gli italiani della ‘facilità’ e ‘convenienza’ dell’uso di carte di credito e debito o di Bancomat per poter lucrare sulle commissioni e, nello stesso tempo, abbassare notevolmente il numero di dipendenti nonché i costi di assicurazione legati alla gestione del denaro. Una strategia nella quale le banche sono supportate anche dalla tesi che i concorrenti europei non hanno gli stessi costi perché nel resto dell’Europa e in molti paesi del mondo le transazioni sono per lo più fatte con gli strumenti di pagamento elettronici. E in questa vantaggiosa operazione, purtroppo, gli istituti di credito hanno trovato l’appoggio della politica, e in particolare di alcuni esponenti dell’attuale maggioranza, ritenuti vicini alla grande finanza internazionale e più in generale al mercato bancario.

Secondo quanto scritto nella prefazione di Nerio Nesi al libro ‘Innovare, competere e produrre’, edito dalla Nomisma, la società di studi fondata nel 1981 dalla Bnl, allora, a spingere per mettere alla presidenza dell’istituto l’attuale presidente del Consiglio, Romano Prodi, fu proprio l’allora direttore generale della banca, Francesco Bignardi, sostenuto anche dall’allora governatore di Bankitalia, Carlo Azelio Ciampi. Già allora, evidentemente, gli istituti di credito potevano contare sul fatto che il Professore bolognese avesse un punto di vista non lontano da quello del mondo bancario.

“Stiamo lanciando adesso una campagna contro il contante, che ha un costo effettivo enorme per il sistema”, ha dichiarato il direttore generale dell’Abi nel corso di un seminario a Gubbio, quantificando intorno ai 10 miliardi di euro il costo complessivo per le banche legato “alla logistica del contante”.
Secondo i dati dell’Abi in Italia il 90% dei pagamenti avviene in contanti mentre nella maggior parte degli altri Paesi questa percentuale è decisamente inferiore, come in Francia dove la quota si aggira intorno al 59%. Un ‘gap’ che le banche intendono a tutti i costi colmare, muovendosi su diversi fronti con lo scopo di portare ad un “radicale cambiamento culturale” che implichi il ricorso all’utilizzo delle carte di pagamento anche per piccoli importi. “Non si capisce perché non si ritenga economico pagare con la carta somme inferiori ai 50 euro”, ha dichiarato Zadra, sottolineando che, una volta pagato il contributo annuale, il ricorso a questo strumento è, a suo giudizio, “gratuito e sicuro”. Nel 99% dei casi, ha aggiunto poi il direttore centrale Domenico Santececca, in caso di frode l’uso di questi strumenti garantisce anche la restituzione delle somme.

Per invogliare gli utenti, l’Abi vorrebbe attuare dei meccanismi di incentivazione, come la raccolta di punti-premio per i clienti privati che spendono meno di 50 euro, contando sul fatto che, secondo una ricerca condotta da Eurisko per Cogeban, già sette italiani su dieci possiedono una carta bancomat e quattro su dieci una carta di credito. L’utilizzo di questi strumenti, per prelevare dagli sportelli o per pagare acquisti con il sistema Pagobancomat, è già in crescita anche se, rispetto ai desideri del mondo bancario, è ancora inferiore alle possibilità offerte. Stando ai risultati della ricerca, insomma, esistono 27 milioni di carte circolanti, per un totale di 620 milioni di pagamenti e 610 milioni di prelievi l’anno. Cifre non certo irrisorie se si considera che, da un parte, la quota annuale, e dall’altra le commissioni che gravano sugli acquisti tramite carta di credito. Commissioni che, teoricamente, gravano sul venditore ma che, automaticamente, vengono scaricati sui prezzi finali all’utente. Nel caso delle carte di credito, peraltro, non più tardi di 5 mesi fa l’Antitrust ha multato il consorzio che gestisce il circuito Pagobancomat, la Cogeban, per non aver ottemperato fin da ottobre 2005 alle condizioni indicate per il sistema di ‘acquiring’, attuando cioè “un’intesa restrittiva della concorrenza volta ad escludere il sistema di ‘acquiring’ multibanca” dal circuito Pagobancomat. Con possibili effetti negativi sulla reale ‘accettabilità’ delle carte nei vari punti vendita ma con effetti positivi per le banche che avrebbero visto crescere il numero di conti correnti e delle carte di credito attivate.
Nel caso di alcune carte di credito, poi, lo stesso sistema di individuazione della percentuale minima di commissione, più volte modificato negli anni, è spesso pensato in modo da ‘fidelizzare’ il punto vendita che, per potersi assicurare una commissione inferiore, concentra tutti i suoi pagamenti su una o due carte, non accettando le altre. Ovviamente a svantaggio degli cittadini che sono costretti ad attivare più carte di credito.

Ci sono poi altre due ragioni che spingono gli istituti di credito in questa direzione. Il primo è la necessità di entrare nei sistemi di pagamento europei, realizzando il Sepa (Single Euro Payments Area-Area unica dei pagamenti in euro), l’area unica dei pagamenti in euro di cui il maggior utilizzo delle carte di pagamento rappresenta solo un tassello. Il secondo è quello messo chiaramente in luce dall’Ugl: “Il crescente utilizzo di ‘Bancomat evolutivi’ sarà l’anticamera di una drastica riduzione occupazionale- ha dichiarato ieri il segretario provinciale dell’Ugl Credito di Roma, Massimo Bernetti. Per l’esponente dell’Ugl, “l’obbligo di operare solo attraverso conti correnti con una ‘bancarizzazione legislativa’ dei professionisti e lavoratori autonomi in genere” rappresenta una accelerazione del “progetto avviato dalle banche, come Unicredit e Banca delle Marche, per la collocazione dei Atm evoluti, capaci di effettuare la maggiore parte delle operazioni, comunemente effettuate allo sportello” da operatori che, così, saranno ridotti al minimo, minimizzando i costi della manodopera e massimizzando il profitto.

Una strategia che, peraltro, vede la politica colpevolmente alleata alle banche: “il perverso progetto bancario di contenere i costi della sicurezza e del personale addetto alle casse - ha sottolineato Bernetti nel silenzio di altri sindacati - sembra aver trovato un inaspettato sostegno nella decisione politica di imporre l’uso univoco di mezzi di pagamento elettronici, nel tentativo di combattere l’evasione”. “Abbiamo chiesto al governo di diffondere il più possibile nei suoi uffici l’uso del Pos”, ha infatti ammesso lo stesso Zadra.

La cosa, d’altronde, non può sorprendere: non più tardi di una settimana fa, facendo le sue dichiarazioni di voto in Senato sulla Finanziaria, il senatore di Noci (Fi) ha fatto un triste quadro della situazione: “Nel degrado complessivo della vita politica italiana e quindi anche del tipo di approccio che il centro-sinistra ha con la politica e con l’interesse del Paese, tale schieramento si è trasformato in portatore e promotore degli interessi del grande capitale finanziario, cioè delle banche. Basti pensare, per esempio, che quando si è deciso chi scegliere come premier, i grandi banchieri italiani, da Bazoli a Profumo, hanno versato l’obolo (il primo stando in fila e poi, successivamente, ne hanno versati altri) per imporre Prodi alla guida del Paese”. E Prodi, che ha definito “portaborse dei banchieri”, “si è mostrato quanto mai disponibile”. Basti pensare ad alcuni recenti eventi del risiko bancario.

Diana Pugliese |
Fonte: www.rinascita.info
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29.11.06


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sound73
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Rinascita, secondo me, dimentica un altro motivo importante.
Cancellando la moneta cartacea ed istituendo la moneta elettronica, sparisce anche il concetto di signoraggio. In questo modo le banche si libereranno di un problema che oggi e' sempre piu' riconosciuto da molta gente come la piu' grande truffa ai danni dei popoli, e veri proprietari della moneta cartacea.
Si approfondisca il concetto su:
www.signoraggio.com


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cocis18
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così potranno controllarci meglio .. niente + a nero per i poveri operai .. i personaggi importanti faranno 100 transizioni per far sparire i soldi .. mentre i poveri cittadini se vorranno anche fare un piccolo lavoretto in casa prorpia .. dovranno pagare salato con fattura ... e i bambini che vogliono comprare delle caramelle ?? una comissione bancaria anche per loro?? 🙄 8)


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illupodeicieli
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non si potrà neanche più fare la questua in chiesa, donazioni anonime, e per chi odia "i lavavetri o chi chiede i soldi per strada" sarà la soluzioni di questi problemi.


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pascu
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che bello: così la smettono di fantasticare sul signoraggio: ma coem farà certa gente senza + moneta cartacea a giustificare le coglionate che scrivono sul signoraggio?


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Ezechiele
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Sound73 e soprattutto Pascu (se sei un bancario, non ti promuovono per questi sfoghi, stanne certo 😆 ) le cose non stanno proprio cosi'. Il problema del signoraggio non si risolve con l'eliminazione delle banconote, anzi togliendo il costo (irrisorio rispetto al valore di facciata con cui vengono "vendute" le banconote, valore che tra l'altro non cambia se e' scritto su un pezzo di carta o su un file del computer) di stampa le banche ci "guadagneranno" il 100%.
Puo' essere che sia io a non aver capito come funziona il signoraggio, ma non credo.

Saluti.


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sound73
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Quando dico che 'in questo modo le banche si libereranno di un problema[del signoraggio]' voglio dire che oggi molta gente prende coscenza del fatto che i soldi vengono creati da un istituzioni privata e creati dal nulla. Che il valore della banconota non e' piu' avallato dall'esistenza di riserve di oro, ma dal semplice riconoscimento del valore conferito da me, da te, da tutti noi, dal popolo.Che differenza c'e' tra la carta igenica e la carta della banconota? Intrinsecamente hanno lo stesso valore. Nominalmente siamo noi a deciderne il valore, accetandola come forma di pagamento. Inserendo la moneta elettronica le banche, tra le altre cose, abbuiano il concetto di signoraggio, lo fanno sparire anche se, come dici giustamente te, lucreranno il 100%.

Il problema del signoraggio non si risolve con l'eliminazione delle banconote

(Ezechiele)

Infatti, il signoraggio si elimina con il riconoscimento della sovranita' monetaria del popolo. Noi siamo i proprietari delle banconote, non chi le stampa, perche' noi siamo quelli che gli diamo il valore con il semplice riconoscimento. E poi insomma, non e' che queste cose le dico io, leggiamoci un po' qualcosa del prof. Auriti, guardiamoci questo dvd http://www.freedomtofascism.com/, leggiamoci il libro sui segreti della Federel Reserve, che io ed altri stiamo finendo di tradurre.
Facciamo un po' di ricerca...altrimenti e' inutile poi lamentarsi.


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pascu
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perchè mai dovrei essere un bancario? sono solo uno che ha studiato l'economia e si diverte molto a leggere le cretinate che qualcuno si inventa sull'argomento.

Purtroppo parlate del nulla, perchè il signoraggio è il nulla. E' solo una presa in giro per i fessi che credono a tutto quel che leggono su internet... ieri sera ho visto il video su google di un dentista che ha scritto un libro sull'argomento: uno così non è degno neppure di fare le pulizie in una facoltà di economia. Un pasticcione che usa concetti approssimativi e vede complotti dappertutto

Dice che la moneta è registrata come un'uscita. Ma cosa sarebbe l'uscita? Non sa proprio cosa sia la contabilità dove ci sono costi e ricavi, stati patrimoniali e conti economici, dare e avere, non entrate e uscite. Per non parlare dell'economia. Semplicemente penoso. Spero che come dentista sia migliore perchè di economia non en s nulla e commette errori banali che neanche i più ignoranti fruttivendoli commetterebbero


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marcoda
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si curamente, come die, le banche tentano di imporre la moneta elettronica per licenziare sportellisti, nascondere il signoraggio, abbattere l'evasione fiscale concentrando i movimenti dei professionisti sul conto corrente..

ma c'è di più:

non solo le banche si impadroniscono della moneta emessa a debito, ma anche del denaro di ognuno che dovrà pagare tramite il conto corrente.

chi sarà debitore verso una banca si vedrà boccare il conto e tra qualche anno non potrà nemmeno più comprarsi il pane finchè non avrà pagato ogni debito e gli avranno sbloccato di nuovo il conto corrente.

in questo modo noi cittadini, non torneremo padroni delle banconote emesse nemmeno dopo aver risarcito ogni centesimo del debito pubblico.

2)senza prelievi di banconote le banche potranno portare a zero la riserva frazionaria, dal ridicolo 2% che è il valore attuale, e prestare denaro senza limiti e ritegno


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illupodeicieli
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non mi piace chi si diverte molto a leggere e tratta gli alti da cretini e ignoranti. commette ,credo, lo stesso errore di chi si esalta e parte lancia in resta per combattere. sarebbe opportuno spiegare i concetti base della moneta, se come immagino, ci sono. sennò dobbiamo accettare tutto così com'è, e ancora di più la moneta elettronica.
pensando al futuro ritengo doveroso sapere se ci sarà la possibilità di fare retromarcia e tornare alle banconote: o forse è come l'euro e il restare in europa che pare una condanna?


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marko
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guardate che nessuno ha parlato di ELIMINARE le banconote, ma di ridurne l'uso. In tutta sincerità, dove andare al parchimetro con mezzo chilo di dischetti rotondi metallici mi pare ridicolo, ai tempi di internet. E' che noi italiani siamo terribilmente (e giustamente, forse) malfidenti di fronte a qualsiasi innovazione sul fronte degli scambi commerciali. Nel paese di quelli che ti vendono mattoni al posto delle radio, negozi on line e carte di credito hanno vita dura.

Quanto al signoraggio, che si tratti di cartamoneta o caratteri su un display, il nocciolo della questione non cambia. Il punto è che la somma di tutte quelle cartamontete (o numeri sul display) è un valore limitato, che corrisponde al "valore" totale del paese. Infatti, quando ci si mette a stampare più moneta, si ha inflazione, ovvero calo del valore della singola unità monetaria. Per cui, tutto questo discorso sul signoraggio proprio non lo capisco: il valore che noi diamo alle monete è un valore convenzionale e flessibile, proporzionale al valore dei beni scambiati, alla "potenza" dell'economia, alla velocità con la quale la moneta circola ecc. ecc. Non c'è nessun "signore" che decide quanto vale una data moneta e quanta ne può disporre il Mario Rossi.


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rainbowchild
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Ciao, sono un nuovo acquisto del forum.
Saluto tutti e vorrei dire qualcosa in merito.

Come sottolineato qui la carta moneta battuta dalle banche è solo carta straccia che non ha riscontro sul valore reale in oro della riserva nazionale.
Inoltre la moneta dovrebbe essere coniata e posseduta dallo Stato, cioè da noi, invece è proprieta delle banche che vi lucrano sopra con i varii interessi, semplici e composti, e prestano ingenti somme che non possiedono realmente. Insomma, tutto fumo.

Così le banche sono quelle che hanno potere di mercato e di scambio nel mondo e determinano la politica mondiale. Dove voglio arrivare? Semplice, la nuova proposta di far sparire le banconote non è a favore nostro, toglietevelo dalla zucca. Le banche avranno sempre guadagni e lucro e il risparmio sarà di carta e di impiegati, solo questo.

Col denaro elettronico ( virtuale anche oggi ma mediato dalla carta ) il dominio bancario sarà totale.
Far girare i numeri su uno schermo è facile ma cosa credete succeda una volta che la moneta cartacea sparirà?
Ipotesi: per un guasto ai computers centrali o per un ammanco di valuta io resto senza soldi elettronici. Devo mangiare, pagare l'affitto, vivere, ma come faccio se il computer della banca mi nega l'accesso e mi dice che non posso avere credito? Dove vado, come vivo, che faccio? Mi suicido?
Non posso andare al mercato a comprare perché non ho denaro, devo sbarcare il mese fino allo stipendio ( se arriva ) e intanto chi paga i conti?
Questa non è vita è schiavitù, tanto più brutta perché basata sull'inganno virtuale del denaro virtuale.
Io sono diventato a tutti gli effetti, nell'esempio sopra, un reietto, un paria senza soldi e senza sostegno.
Nessuno mi farà credito, nessuno mi darà nulla anche perché rischierebbe a sua volta un aut aut dal computer.

A questo vogliono arrivare i signori delle banche. E sarà controllo totale, senza fuga, almeno per la gente comune.
Una volta che il computer decretasse che sono insolvente non avrei più nulla, sarei proprietà del potere, con le conseguenze del caso. Inoltre questo favorirà il controllo su tutta la mia vita ( dati personali, lavoro, salute ecc.... già oggi sta avvenendo in parte e potete leggerlo in certe notizie)

Questo ha un nome: Fascismo Totale, Controllo Planetario e Schiavitù economica.
Bel futuro!!! 😈 😈
Meditiamo su questo.

Saluti


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pascu
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non mi piace chi si diverte molto a leggere e tratta gli alti da cretini e ignoranti. commette ,credo, lo stesso errore di chi si esalta e parte lancia in resta per combattere. sarebbe opportuno spiegare i concetti base della moneta, se come immagino, ci sono. sennò dobbiamo accettare tutto così com'è, e ancora di più la moneta elettronica.
pensando al futuro ritengo doveroso sapere se ci sarà la possibilità di fare retromarcia e tornare alle banconote: o forse è come l'euro e il restare in europa che pare una condanna?

La moneta è uno strumento. Viene emessa acquistando titoli. Titoli di stato, di solito. Anke se non è vietato acquistare altri titoli. Serve a regolare gli scambi.

Maggiori sono gli scambi (e quindi il PIL) maggiore è la quantità di moneta che serve. Maggiore è la quantità di titoli acquistati e rinnovati all'infinito.

Il resto, le teorie sul debito pubblico che non dovrebbe essere un debito, la proprietà della moneta, le leggende sull riserva frazionaria, eccetera, sono solo invenzioni di persone molto ignoranti. Che fanno solo una gran confusione (qualcuno è in mala fede) e che è meglio se fanno il loro mestiere: dentisti, avvocati, professori di diritto, attori. A ciascuno il suo.

Quando leggo o sento in certi video che girano in internet gli strafalcioni giganteschi commessi da questa gente, mi scompiscio dalle risate. Esattamente come un dentista potrebbe ridere di un economista che pretendesse di spiegare cos'è una carie o come si esegue un'otturazione, e non sapesse distinguere un incisivo da un molare

Questa gente ha una visione dell'economia da chiacchiere di bar e una visione della moneta falsa e distorta come disse la banca d'Italia a proposito della visione della moneta di uno di questi personaggi che aveva chiamato in causa la Banca presso un giudice al quale aveva chiesto di dichiarare la proprietà pubblica della moneta e altre cose simili.

Se poi non si sa di cosa si sta parlando, si può sempre analizzare il metodo usato per trattare certi argomenti

Se io voglio scrivere qualcosa per esempio sul valore, prima mi informo per bene e cerco in una biblioteca il materiale sull'argomento. Ci sono centinaia di libri e pubblicazioni che per secoli hanno trattato questo argomento. Se sono una persona seria, prima me li leggo e poi cerco di capire se c'è qualcosa da aggiungere. Scrivo un libro in cui ricordo quello che gli economisti hanno scritto in proposito e poi spiego quali sono le novità e dove altri hanno sbagliato

Se invece un professore di diritto tratta un argomento economico come il valore da un punto di vista sociologico o giuridico (e comunque mai da un punto di vista economico) e lo dice esplicitamente, c'è da chiedersi se sa di cosa sta parlando. Se poi si entra nel merito ce n'è abbastanza per capire che dice cose che nessun esperto di economia può considerare degne di alcuna considerazione. E allora quando questo signore, benchè esperto in una disciplina diversa dall'economia, scrive libri in cui discetta del valore da un punto di vista sociologico o giuridico, mentre il tema è un classico tema di cui si sono occupati gli economisti, che egli ignora, si può solo o avere pietà dell'ignoranza e dell'arroganza di chi affronta un argomento come se mai nessuno avesse scritto nulla sul tema, o riderne.

Lo stesso se un dentista scrive libri su materie economiche e poi dimostra, in un video di oltre 30 minuti reperibile su google video, di non conoscere neppure i concetti più banali della contabilità e quelli dell'economia. Si può consigliargli di continuare a occuparsi del suo mestiere, che si spera conosca bene, perchè con l'economia ha proprio poco da spartire (anche se ogni copia del libro gli rende qualcosa)

Perchè chi dice che la moneta è registrata come un'uscita fa strafalcioni degni di Giurato, se sa di cosa parla, o più probabilmente non sa di cosa parla e, non conoscendo affatto la contabilità, se la inventa.

A chi è in buona fede consiglio di affidarsi agli esperti. Se volete sapere di economia rivolgetevi a chi l'ha studiata (verificando le proprie conoscenze con esami universitari). E se vi serve un dentista non andate da un economista o da un avvocato, perchè forse non sanno dove mettere le mani, anche se hanno studiato e imparato molto sull'argomento.

Se qualcuno che conosce l'economia legge certe teorie ridicole, magari non ve lo dice esplicitamente come faccio io, ma pensa: ma guarda questi qui che si inventano cose inesistenti, frutto solo della loro fantasia. E magari pensano davvero che certe sciocchezze siano vere e che si possa cambiare qualcosa.

La realtà è che si può cambiare una realtà esistente, ma non le fantasie messe in rete da qualcuno arrogante (perchè non riconosce la sua enorme ignoranza in una certa materia, che pretende invece di insegnare) e forse interessato a guadagnare qualche soldo coi diritti d'autore o a fare propaganda politica

Infine è sempre consentito aggiornare le proprie conoscenze. Perchè il legame moneta-oro, per esempio, da molti decenni, non esiste più e non ha più senso discuterne.
Questo tema riveste oggi lo stesso interesse che potrebbe avere per un ingegnere chiamato a costruire un'auto nuova la conoscenza dei progetti delle prime auto, nate circa 100 anni fa.
Può essere una curiosità o un tema interessante per gli studiosi della storia dell'economia. Ma per la gestione della moneta attuale, non serve a nulla. Non esiste più alcun legame tra la moneta e i metalli preziosi e se anche ci fosse questo non fonderebbe alcun valore della moneta.

Anche in questo caso chi vuole può sempre studiare e aggiornarsi per evitare di fare la figura del giapponese che combatte solo nelle giungla a 60 anni dalla fine della guerra, perchè nessuno l'ha avvertito che la guerra è finita


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marko
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"La moneta è uno strumento. Viene emessa acquistando titoli. Titoli di stato, di solito. "

Emessa da chi? Dalla Banca Centrale, giusto?

Ma allora confermi la teoria del signoraggio: la banca centrale acquista titoli, cioé, dà soldi allo Stato, e si tiene il credito. Però i soldi che la Banca ha dato non li ha "guadagnati", li ha creati in proprio. E' il nocciolo della tesi del signoraggio, questo. Se mi dici che ammbiamo un milione di euro di debito nei confronti di imprese e lavoratori che hanno fatto dei lavori per lo Stato e non sono stati pagati, è un discorso, se mi dici che abbiamo un milione di euro di debito nei confronti di una "stampante", mi pare che ci sia una differenza. O forse mi sbaglio, ma mi piacerebbe capire.


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pascu
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"La moneta è uno strumento. Viene emessa acquistando titoli. Titoli di stato, di solito. "

Emessa da chi? Dalla Banca Centrale, giusto?

Ma allora confermi la teoria del signoraggio: la banca centrale acquista titoli, cioé, dà soldi allo Stato, e si tiene il credito. Però i soldi che la Banca ha dato non li ha "guadagnati", li ha creati in proprio. E' il nocciolo della tesi del signoraggio, questo. Se mi dici che ammbiamo un milione di euro di debito nei confronti di imprese e lavoratori che hanno fatto dei lavori per lo Stato e non sono stati pagati, è un discorso, se mi dici che abbiamo un milione di euro di debito nei confronti di una "stampante", mi pare che ci sia una differenza. O forse mi sbaglio, ma mi piacerebbe capire.

Niente di tutto questo.

Le spese dello stato sono coperte solo in parte con le imposte (le tasse sono un'altra cosa, anche se i due termini vengono spesso confusi). Il resto viene coperto emettendo titoli, cioè indebitandosi. I titoli vengono comperati dai cittadini che mediamente sono risparmiatori netti (cioè spendono meno di quanto guadagnano), e dalle banche, che raccolgono il risparmio dei cittadini, per lo +. Volendo anche da altri soggetti come le imprese.

Una volta emessi, i titoli vengono comperati anche dalla banca centrale. Non è necessario che la banca centrale comperi titoli di stato e sicuramente non compera tutti i titoli di stato. Può comperare anche titoli emessi da privati, come facevano le prime banche centrali italiane, nell'Ottocento.

Le banche centrali comperano titoli solo ed esclusivamente per emettere moneta, sotto forma di banconote e soprattutto sotto forma di crediti concessi alle banche.

Io ho un titolo di stato, lo vendo tramite la banca di cui sono cliente alla banca centrale che accredita alla mia banca (mia nel senso che è la banca di cui sono cliente, non nel senso che è di mia proprietà) la somma corrispondente. La mia banca a sua volta mi accredita la somma, tolte le commissioni.

Dunque con una operazione di mercato aperto la banca centrale emette moneta che finisce nelle mie tasche. Se io la lascio sul mio conto corente la banca può prestare l'importo in questione. I prestiti altro non sono che offerta di moneta, mentre il tasso di interesse è il prezzo al quale domanda e offerta si incontrano.

La banca centrale quando compera i titoli emette moneta che non ha raccolto presso la clientela, come avviene per tutte le altre banche. I titoli sono registrati nell'attivo dello stato patrimoniale e la moneta nel passivo. Perchè è un debito verso la banca che -per conto del cliente o per conto proprio- gli ha venduto i titoli

Nel bilancio della banca che ha venduto la scrittura contabile è quella inversa: i titoli erano nell'attivo dello stato patrimoniale (in dare per chi conosce la contabilità) e cedendoli si registra l'importo in avere nello stesso conto, mentre la cessione dà luogo a un credito che pertanto finisce in dare di un conto che viene registrato nello stato patrimoniale.

Dunque una somma nell'attivo dello stato patrimoniale della banca e conseguentemente in avere di un conto dello stato patrimoniale della banca centrale. Un debito per la banca centrale, un credito per la banca ordinaria.

Se l'offerta di moneta cresce, i tassi scendono. Le imprese e i singoli cittadini possono finanziarsi + facilmente e la domanda di beni e servizi acquistati attraverso i soldi prestati cresce. Di conseguenza anche i prezzi.

Per questa ragione si fa crescere l'offerta di moneta con tassi più bassi quando si vuol fare accelerare l'economia e si fa il contrario quando si vuole che l'economia rallenti perchè va troppo veloce e si preferiscono evitare gli squilibri e l'inflazione che un'economia in crescita troppo rapida comporta

Ritornando alla moneta, la banca centrale regola quindi l'offerta di moneta attraverso tali operazioni di mercato aperto, cioè acquistando una maggiore o minore quantità di titoli di stato.

Nulla vieta che acquisti altri titoli. Per esempio obbligazioni di imprese private.

Ogni legame tra il debito pubblico e l'emissione di moneta è pura fantasia. Il debito pubblico esiste perchè lo stato spende + di quanto incassa e il deficit di un anno si accumula con quello degli anni precedenti, facendo crescere il debito pubblico. Il debito pubblico non esiste per vendere i titoli alla banca centrale.

Una volta che i titoli scadono e ogni volta che decide di vendere i titoli prima della scadenza la banca centrale incassa gli interessi + eventuali guadagni in conto capitale (cioè la differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto). Questo è il vero e solo reddito da signoraggio altrimenti detto signoraggio

Il reddito da signoraggio serve alla banca centrale a pagare i costi. Il resto finisce nelle casse dello stato sotto varie forme (se guardi il bilancio della banca d'Italia del 2004 o 2005 trovi che ha versato circa 1 miliardi di euro allo stato) e solo in piccola parte agli azionisti privati, come remunerazione del loro investimento. Si tratta di qualche decina di milioni

Le cifre la dicono lunga sul signoraggio. Basta pensare che il governo ha dovuto recuperare tra tagli e imposte 33 o 34 miliardi. Il reddito da signoraggio della banca d'Italia che essa versa allo stato è di 1 miliardo. Le banche azioniste di bankitalia incassano qualche decina di milioni

Quando la banca centrale cede i titoli, lo stato o il soggetto che tramite una banca ha comperato i titoli, accreditano alla banca centrale la somma corrispondente.

Poichè la banca centrale ha segnato in attivo i titoli e in passivo la moneta quando ha emesso la moneta e acquistato i titoli, nel momento in cui avviene l'operazione opposta, viene effettuata l'operazione contabile inversa.

Moneta in avere per un ammontare x nel primo caso, moneta in dare per un ammontare x nel secondo caso. Il saldo è zero.

Se ci fermassimo qui, l'offerta di moneta subirebbe un repentino calo ogni volta che i titoli vengono rimborsati o venduti da parte della banca centrale. Calo con conseguenze negative, sui tassi e sulla disponibilità di credito.

Perchè questo non acada (avrebbe un effetto depressivo sull'economia) occorre che la banca centrale acquisti altri titoli, magari per un ammontare maggiore del precedente, se l'economia cresce. Perchè se l'economia cresce occorre anche che cresca la quantità di moneta emessa e quindi offerta.

Il processo è senza fine. Perchè serve a emettere uno strumento, la moneta, che serve a far funzionare bene l'economia

Si potrebbe anche, come suggeriscono alcuni signori per nulla esperti di economia, semplicemente finanziare la spesa pubblica o parte di essa stampando moneta. Nulla lo vieta. Non c'è alcun obbligo giuridico, se non il trattato di Maastricht, che però non ce l'ha mica prescritto il medico.

La ragione per cui non si fa è che tale sistema genera inflazione. In alcuni casi si è usato questo sistema per finanziare la spesa pubblica senza che questo abbia generato inflazione. E' successo nell'Italia fascista. E infatti qualche sostenitore di questa ricetta propone l'esempio di Mussolini che finanziò non so bene cosa (centrali idroelettriche forse) stampando moneta.

Ciò che costoro ignorano è che in quel periodo c'era una situazione economica che era di tipo deflazionistico. Cioè i prezzi tendevano a scendere, invece che a salire. Così una misura inflazionistica non ha fatto altro che ridurre la tendenza deflazionistica o produrre un pò di inflazione, irrilevante e quindi accettabilissima.
In altre parole se passi da una situazione deflazionistica, coi prezi che scendono del 1% a una situazione in cui i prezzi scendono solo dello 0.5% o crescono dell'1% non succede proprio nulla e il finanziamento della spesa pubblica attraverso l'emissione di moneta è anzi un toccasana per l'economia

Ma non è questo il caso delle economie dei nostri giorni

Accadeva negli anni '70 e nei primi anni '80. E l'inflazione era altissima. A quel punto nel giro di pochi anni tutti i governi delle democrazie occidentali hanno deciso di liberarsi del potere di stampare moneta e di attribuirlo alla banca centrale, cui viene demandato il compito di regolare attraverso la gestione della politica monetaria (che come detto influisce sull'offerta di credito da parte delle banche, la quale offerta a sua volta influenza la domanda di beni e servizi e quindi il livello dei prezzi, cioè l'inflazione)

Certe teorie sul signoraggio elaborate da gente ignorante, ritengono che emettere moneta voglia dire stampare banconote che i banch
ieri si mettono in tasca. E che se invece se le mettessero in tasca i governi, essi potrebbero pagare i costi senza gravare sui cittadini.

Ma questa tesi non ha nessuna credibilità. Non solo perchè non esistono le prove che i banchieri stampano banconote per incassarle, ma anche perchè è arcinoto che se la ricetta proposta venisse applicata (stampare moneta per pagare i costi statali) si genererebbe inflazione. Come già accaduto ovunque nel mondo. Nella repubblica di Weimar, come in tanti paesi sudamericani, come in gran parte del mondo occidentale tra gli anni '70 e '80

Infine anche a voler seguire certe tesi bizzarre, faccio notare che ci sono contraddizioni enormi.
Per esempio: si chiama moneta-debito la moneta, perchè è registrata tra i debiti della banca centrale. Chi usa questa locuzione sottolinea che la banca centrale è privata e ne trae varie conseguenze.

Ma questo significa che la moneta, secondo questa logica farlocca, è un debito dei proprietari della banca centrale e non dei cittadini. In altre parole i cittadini attraverso lo stato spendono + di quanto pagano allo stato e una parte del deficit lo finanziano cedendo i titoli ad una banca privata. Stupendo. Io faccio tutti i debiti che voglio, perchè tanto c'è qualcuno che mi finanzia...

Ovviamente questo modo di descrivere la realtà, chiamando moneta-debito la moneta è solo il frutto di fantasiose menti di gente ignorante, che si inventa concetti inesistenti

Un altro aspetto divertente è che ci si illude di pagare i costi dello stato con la stampa della moneta.
Ma basta fare 2 conti grossolani per capire che è pura illusione.
La quantità di moneta che circola nell'economia è circa 1/3 del PIL e deve cresce alla stessa velocità del PIL perchè non ci sia inflazione nè deflazione. In realtà l'inflazione c'è. Facendo i calcoli a naso c'è un'inflazione del 2.5% e un PIL che cresce del 1.5%. La moneta quindi cresce approssimativamente del 4% (cioè 2.5 + 1.5). Ma la moneta è 1/3 del PIL. Quindi se il PIL vale 100, la moneta è 33.3 e cresce del 4%. Il 4% di 33.3 è 1,33.

Dunque la moneta cresce in Italia del 1.33% del PIL (=100) e c'è un'inflazione del 2.5%

Ora a quanto ammonta la spesa pubblica? La pressione fiscale, che non copre tutte le spese dello stato, ammonta a circa il 42% del PIL.

Se anche tutta la moneta creata dalla banca centrale (1.33% del PIL) fosse un reddito e se questo reddito fosse prodotto dallo stato e usato per pagare i costi statali, come vorrebbero certe belle menti, si coprirebbero costi pari all'1.33% del PIL, mentre lo stato spende + del 42% del PIL che incassa....

Questo la dice lunga sulla credibilità delle misure proposte da certe menti di persone ignoranti. E' facile dire che si potrebbe fare una certa cosa per pagare i costi dello stato. Ma poi quando si passa ai conti, sia pure grossolani (se anche l'1.33% che io ho calcolato fosse il doppio non cambia nulla), si capisce che chi si inventa certe teorie strampalate non ha alcuna idea di cosa significhi in pratica quello che la sua fantasia propone

Come già detto invece di pensare che la moneta sia un reddito bisogna considerarla per quello che è: uno strumento. E' come l'olio nel motore: non fa andare avanti le auto, ma se serve solo a far funzionare bene il motore. Quanto guardi l'asticella dell'olio c'è un massimo e un minimo. La quantità giusta è quella che sta in mezzo e fa funzionar bene il motore. Così la moneta: se ce n'è troppa o troppo poca l'economia soffre. Se è quella giusta l'economia può girare bene


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