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Diego Fusaro- il '68

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Rosanna
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Ma si Rosanna io non e' che ti do proprio torto. Io penso che le semplificazioni di Fusaro nei media (tipo il 68 ha distrutto la cultura borghese senza specificare quale parte e le conquiste sociali ecc..) siano pensate per il target Mainstream che e' stato abituato alle semplificazioni e "riduzioni ad unicum".

Certo in termini di "strategia" si e' in diritto di criticare, giusto. La interpretazione a mia opinione io l'ho data, e penso anche che questa stortura nei media (semplificare) sia pensata in funzione di scontro con gli opportunisti in Tv se si colorano la morale con valori sessantottini formalmente, ma in sostanza eseguono tutti gli ordini impliciti (cioe non espressi ma intuiti) delle alte oligarchie verso la destituzione del potere statale in quanto ultimo residuo di limite ai sovra stati in potenza oggi.

Anche io sono scettico su questo modus strategico, ma credo che cosi sia.
Ma d'altra parte ho fiducia nella buona fede di Fusaro (almeno in termini di meno peggio nel confronto con simil Cacciari o Boldrin in economia).

Quindi sono di parte ed e' legittima la critica

Sono d'accordo con te che Fusaro sia molto meglio dei Cacciari o Boldrin di turno, però alla fine anche lui fa confusione e non aiuta l'opinione pubblica a capire la storia e la filosofia del nostro tempo,

e questo è una gravissima colpa per un intellettuale che si definisce marxista. Come ho sempre sostenuto, ho sempre ammirato la genialità di Marx, però mi hanno sempre spaventato molti dei suoi seguaci:

Vendola, Sel, Tsipras, e poi anche Fusaro, perché la responsabilità dell'intellettuale, proprio perché dovrebbe essere più lucido e illuminato rispetto alla massa, dovrebbe rispondere ad un imperativo morale e rappresentare un faro, una luce, una guida per quei tanti che non hanno capito ...

Fusaro mi sembra più un lampioncino della ribalta tv, che cerca di sopravvivere nella bolgia della cultura dello spettacolo.


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radisol
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Ma si Rosanna io non e' che ti do proprio torto. Io penso che le semplificazioni di Fusaro nei media (tipo il 68 ha distrutto la cultura borghese senza specificare quale parte e le conquiste sociali ecc..) siano pensate per il target Mainstream che e' stato abituato alle semplificazioni e "riduzioni ad unicum".

Certo in termini di "strategia" si e' in diritto di criticare, giusto. La interpretazione a mia opinione io l'ho data, e penso anche che questa stortura nei media (semplificare) sia pensata in funzione di scontro con gli opportunisti in Tv se si colorano la morale con valori sessantottini formalmente, ma in sostanza eseguono tutti gli ordini impliciti (cioe non espressi ma intuiti) delle alte oligarchie verso la destituzione del potere statale in quanto ultimo residuo di limite ai sovra stati in potenza oggi.

Anche io sono scettico su questo modus strategico, ma credo che cosi sia.
Ma d'altra parte ho fiducia nella buona fede di Fusaro (almeno in termini di meno peggio nel confronto con simil Cacciari o Boldrin in economia).

Quindi sono di parte ed e' legittima la critica

Vabbè, se mi fai il paragone con Boldrin o Cacciari ( anche se questo ultimo mi pare essersi molto "vivacizzato" negli ultimi tempi), Fusaro può apparire un dio ...

Però concordo con Rosanna ... Fusaro sarà anche in buona fede, anche se il pompaggio leghista, da Paragone alla sua presenza fissa a Radio Padania, al di là di schemini "identitari" che non mi appartengono, lascia comunque indubbiamente molto da pensare ...

E comunque, al di là dell'aspetto soggettivo riguardante Fusaro ( un atteggiamento da "guru" questo si molto tardo-sessantottino), è evidente che viene usato dal mainstreem come elemento "destrutturante" di qualunque cosa sia veramente antagonista allo "stato di cose presenti" ....

E se, come pure io sono portato a credere, il soggetto è sostanzialmente in buona fede, il fatto che non si accorga di questo lo rende però quantomeno molto ingenuo politicamente .... questo ovviamente nella migliore delle ipotesi ...

E' senz'altro facile oggi sbeffeggiare il 1968 ... espellendolo dal suo contesto storico .... magari guardandosi bene invece di parlare del 1969 e del 1977, meno facili da sbeffeggiare .... il primo infatti viene pressochè sempre semplicemente ignorato, come se non ci fosse proprio stato ... ed il secondo criminalizzato e confuso con i successivi "anni di piombo" .... ma che tutto ciò lo si faccia da parte del potere è normale e fa parte del gioco .... che lo si faccia da presunti "rivoluzionari" come Fusaro molto meno ....

Poi, certo, nemmeno io ho mai avuto il "mito" edulcorato del 1968, nemmeno negli anni immediatamente successivi .... anche se, ripeto, il 1968 italiano, caso unico al mondo, contaminandosi col 1969 operaio, durò un decennio buono ... ma era evidente già nel 1969, almeno da piazza Fontana, che la partita vera era altra da quella un pò ingenua e spesso solo vagamente "modernista" del 1968 studentesco ... che ancora risentiva molto della dicotomia giovani/matusa della sub-cultura "beat" degli anni precedenti ..... però, ripeto ancora, senza il 1968 non ci sarebbe stato nemmeno tutto il resto ... e probabilmente nemmeno Fusaro a fare il "guru" in tv e alla radio ....


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Georgejefferson
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Certo che il paragone Vendola, Sel, Tsipras ecc...insomma.

Comunque lo scetticismo e' comprensibile, non a torto.


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Georgejefferson
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Il potere usa tutti, chi piu chi meno,lo sa Fusaro, non lo sai tu Radisol?

Comunque va bene comprendo la critica.


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MarioG
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Diego Fusaro da fb
34 min ·
Il Sessantotto non c’entra nulla con il sogno comunistico della Rivoluzione: è l’anno di emancipazione non dal, bensì del capitalismo, che si libera della cultura borghese. Dopo due secoli circa di convivenza con la cultura borghese, il capitale deve ucciderla. Perché? Elementare, Watson! Il capitalismo assoluto, basato sull’estensione illimitata della forma merce a ogni ambito del reale e del simbolico, è, nel suo sviluppo, incompatibile con la cultura borghese, con l’idea borghese dell’“eticità” (Hegel), con la visione borghese della religione e dello Stato, della misura e del limite. Dopo averla incorporata per duecento anni circa, deve ucciderla. È ciò che sta accadendo – lo ripeto – dal Sessantotto ad oggi.

Sebbene espressa in linguaggio 'marxistese', mi sembra che l'interpretazione colga sostanzialmente nel segno. Non mi sembra invece serio obiettare che il giovinastro Fusaro cianci di cose che non sa perche' non era nato. Evidentemente attinge anche dal suo maestro 'Preve' e in ogni caso, tale e' la condizione dello storico e/o filosofo.
A sostegno della tesi, non e' fuori luogo ricordare quali elementi sociali furono i portatori del 68: studenti provenienti da famiglie borghesi e alto borghesi.


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radisol
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Diego Fusaro da fb
34 min ·
Il Sessantotto non c’entra nulla con il sogno comunistico della Rivoluzione: è l’anno di emancipazione non dal, bensì del capitalismo, che si libera della cultura borghese. Dopo due secoli circa di convivenza con la cultura borghese, il capitale deve ucciderla. Perché? Elementare, Watson! Il capitalismo assoluto, basato sull’estensione illimitata della forma merce a ogni ambito del reale e del simbolico, è, nel suo sviluppo, incompatibile con la cultura borghese, con l’idea borghese dell’“eticità” (Hegel), con la visione borghese della religione e dello Stato, della misura e del limite. Dopo averla incorporata per duecento anni circa, deve ucciderla. È ciò che sta accadendo – lo ripeto – dal Sessantotto ad oggi.

Sebbene espressa in linguaggio 'marxistese', mi sembra che l'interpretazione colga sostanzialmente nel segno. Non mi sembra invece serio obiettare che il giovinastro Fusaro cianci di cose che non sa perche' non era nato. Evidentemente attinge anche dal suo maestro 'Preve' e in ogni caso, tale e' la condizione dello storico e/o filosofo.
A sostegno della tesi, non e' fuori luogo ricordare quali elementi sociali furono i portatori del 68: studenti provenienti da famiglie borghesi e alto borghesi.

Quello che dici alla fine è persino ovvio ... gli studenti, soprattutto quelli universitari, del 1968 non erano ancora "figli del popolo" ... su questo ha ragione Pasolini ... l'istruzione, anche universitaria, "di massa" arriverà solo negli anni successivi al 1968 ed anche come diretta conseguenza di questo ... con la liberalizzazione dei piani di studio, l'abolizione dei "numeri chiusi" ed anche con la diminuzione significativa delle tasse universitarie e con l'utilizzo delle fotocopie al posto dei costosissimi libri di testo ...

Rimane il fatto che il 1968 italiano, a differenza di tutti gli altri 1968 del resto del globo, salvo forse quello americano che però era cominciato 4 anni prima e che si intrecciò, complice il Vietnam, con le rivolte dei black e delle altre minoranze, fu l'unico che si innestò immediatamente dopo con la rivolta operaia del 1969 ... cosa che il buon Fusaro, come del resto tutta la vulgata mainstreem sul tema, fa finta di non sapere ... eppure, hai ragione, basterebbe che il "giovin guru televisivo" si andasse a rileggere un pò il suo maestro Preve, uno di quelli di Lotta Continua che, abbandonato quasi subito il mero terreno studentesco, andavano a fare inchiesta ed intervento ai cancelli delle fabbriche .... ma anche semplicemente qualche giornale dell'epoca ...

E questo è uno degli elementi, forse il più importante, che mi fa sorgere legittimi dubbi sulla buona fede del personaggio che pure tendo comunque ancora a riconoscergli ....

Ripeto per l'ennesima volta, "espungere" il 1968 italiano, certamente molto politicamente ingenuo e spesso assolutamente "giovanil/modernista" nella stessa linea del fenomeno beat degli anni immediatamente precedenti, dal contesto storico sia precedente ( l'Italia era il trionfo del bigottismo e del classismo più becero e della assoluta ignoranza di massa) che successivo
( appunto il 1969 e poi tutto il complicato percorso almeno fino al 1977) è una assoluta paraculata propagandistica di chi vuole a tutti i costi difendere "lo stato di cose presenti" e rendere impossibile anche la sola vaga idea di una sacrosanta rivolta dei giovani di oggi ... in questo gli inserti, sempre uguali da un decennio all'altro, di Repubblica nei vari decennali del 1968 sono l'esempio più chiaro ed evidente .... ma anche certi polpettoni televisivi tipo "La meglio gioventù" ....

E che sia proprio un comunista, per quanto molto dottrinario e chiaramente molto "rampante" e "spettacolare", come Fusaro a prestarsi a questo gioco .... è quantomeno segno di enorme ingenuità politica .... questo, appunto, nella migliore e più innocente delle ipotesi ...

Poi, questo non vuol dire che Fusaro, come chiunque altro, dica sempre e comunque cazzate .... quando parla di cose di attualità, soprattutto sul ruolo della Ue, dice cose per me assolutamente condivisibili .... il problema vero è però quale utilizzo poi ne viene fatto nella "società dello spettacolo" di cui ormai oggettivamente fa parte ... minchia, dopo Renzi e Salvini e forse Cacciari, Fusaro è da qualche anno il personaggio più presente nelle tv e nei talk-show ... e, al di là del suo inguaribile esibizionismo, non si rende conto del perchè avviene questo ? E soprattutto non ce ne rendiamo conto noi ?


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Tonguessy
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Io penso che le semplificazioni di Fusaro nei media (tipo il 68 ha distrutto la cultura borghese senza specificare quale parte e le conquiste sociali ecc..) siano pensate per il target Mainstream che e' stato abituato alle semplificazioni e "riduzioni ad unicum".

Beh, se si finisce a trovare ragionevole qualsiasi critica purchè destinato al "target mainstream" allora si svilisce pesantemente il ruolo della filosofia, che ha avuto molto raramente, storicamente parlando, necessità di confrontarsi con tutto ciò che possiamo chiamare "mainstream". Guardare avanti di almeno un decennio è un compito che la classe intellettuale (filosofi inclusi) dovrebbe porsi prioritariamente prioprio per poter guidare o (più correttamente) ammonire relativamente ai rischi che un determinato sistemi di valori comporta. Citerò come esempio la risposta di Diogene di Sinope (filosofo cinico, e purtroppo tanto il cinismo che i sofismi sono oggi additati dai "meainstream" come aberrazioni, qualcosa su cui pensare...) ad Alessandro Magno, forse l'uomo più potente dell'antichità.
« [Alessandro Magno] si fece appresso a Diogene, andandosi a mettere tra lui e il sole. "Io sono Alessandro, il gran re", disse. E a sua volta Diogene: "Ed io sono Diogene, il cane". Alessandro rimase stupito e chiese perché si dicesse cane. Diogene gli rispose: "Faccio le feste a chi mi dà qualcosa, abbaio contro chi non dà niente e mordo i ribaldi." »
In seguito pare che Alessandro chiedesse al filosofo se potesse fare qualcosa a lui gradito. Diogene gli rispose che se si fosse tolto dal sole sarebbe stato ben contento, dato che la sua ombra lo infastidiva.
Mi sembra che qui il filosofo ci faccia una figura ben diversa (in termini di identità e di schiettezza) rispetto a quanto Fusaro va cianciando su temi cari al potere. Demonizzare il '68 non mi pare possa essere annoverato tra le cose che possano dare fastidio ai potenti. Tutt'altro. Nel clima attuale di progressiva compressione dei diritti sociali ed esaltazione dei diritti umani (bombardamenti inclusi) l'opera di smantellamento dei miti fondanti che hanno permesso quelle conquiste che ci vengono quotidianamente tolte, è un'operazione necessaria. Fusaro (non so se consciamente o no) si sta rendendo responsabilmente colpevole di questa operazione in puro stile cavallo di Troia: fare esplodere la distruzione di quei miti dall'interno della sinistra fregiandosi di essere marxista. Posto dinnanzi all'attuale disastro non sa che argomentare capziosamente sulla presunta separazione tra borghesia e capitali (chi li terrebbero allora? Si è mai posto questa semplice domanda?)
e sulle colpe del '68, reo di avere forgiato una generazione di criminali che uccidono "l'idea borghese di eticità".
Sul '68 (discorrendo oltre la brillante analisi di Rosanna) voglio solo soffermarmi su uno degli slogan che andavano per la maggiore all'epoca: la fantasia al potere. Il potere, nelle intenzioni di quegli anni, doveva perdere i tipici atteggiamenti supermachisti e lasciarsi andare a intuizioni femminili. E' il totale ribaltamento del complesso edipico, dove il figlio uccide il padre per scoparsi la madre: qui il figlio (la generazione dei sessantottini) ignora il padre e consegna alla madre tutto il potere, consapevole che solo la madre saprà rendere il potere adeguato alle necessità, intuitivo e non-violento.
Certo, di buone intenzioni sono lastricate le strade dell'inferno. Ma oggi le intenzioni sono ben diverse: sparito qualsiasi accenno alla fantasia, il potere si dimostra sempre più determinato a seguire gli interessi del capitale finanziario che vuole riprendersi con gli interessi ciò che dal '68 in avanti è stato costretto a cedere. Non mi si venga a dire che smantellare quel mito non è perfettamente in linea con questa tragica realtà.


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MarioG
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Sul '68 (discorrendo oltre la brillante analisi di Rosanna) voglio solo soffermarmi su uno degli slogan che andavano per la maggiore all'epoca: la fantasia al potere. Il potere, nelle intenzioni di quegli anni, doveva perdere i tipici atteggiamenti supermachisti e lasciarsi andare a intuizioni femminili. E' il totale ribaltamento del complesso edipico, dove il figlio uccide il padre per scoparsi la madre: qui il figlio (la generazione dei sessantottini) ignora il padre e consegna alla madre tutto il potere, consapevole che solo la madre saprà rendere il potere adeguato alle necessità, intuitivo e non-violento.
Certo, di buone intenzioni sono lastricate le strade dell'inferno. Ma oggi le intenzioni sono ben diverse: sparito qualsiasi accenno alla fantasia, il potere si dimostra sempre più determinato a seguire gli interessi del capitale finanziario che vuole riprendersi con gli interessi ciò che dal '68 in avanti è stato costretto a cedere. Non mi si venga a dire che smantellare quel mito non è perfettamente in linea con questa tragica realtà.

Questa mi mancava: la rivoluzione femminista e 'fantasista' (fantasiosa) del 'potere'!
Veramente: al delirio non c'e' limite.


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Primadellesabbie
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quelle folle emozionate...vengono già strumentalizzate

La cosa é trasparente, ma hai idea di cosa se ne possa fare?


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Georgejefferson
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Hai ragione Tonguessy, ma questi sono gli unici spazi per ora. Anche io non sono un gran contento.

A me per ora mi piace una cosa, che Fusaro riesca a svelare la farsa degli opportunisti in Tv che si Auto associano ai valori del 68 come paravento nascondendo il sostanziale servilismo all'elite...e questo induce, non allo smantellamento del mito in se, semmai la ricerca di svelamento dei traditori.

Puoi supporre che Fusaro induca diversamente, va bene e' una tesi. Io non ne sono convinto.


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radisol
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"A me per ora mi piace una cosa, che Fusaro riesca a svelare la farsa degli opportunisti in Tv che si Auto associano ai valori del 68 come paravento nascondendo il sostanziale servilismo all'elite..."

Ma dove li hai visti in tv tutti questi che si "autoassociano ai valori del 68" e che sarebbero da sputtanare da parte di Fusaro ?

Qualcosina del genere si è vista in questi giorni con l' "elegia" strumentale ed emozionale di Charlie Hebdo ... che pur nato nel 1970 e certamente figlio del maggio 1968 francese, ormai da decenni aveva preso una svolta in stile Oriana Fallaci, a mio giudizio anche molto oggettivamente "destrorsa" .... per cui, su questo terreno molto particolare, è potuto capitare che persino una nullità totale e fascistoide come la Santanchè si potesse atteggiare strumentalmente ad erede "sessantottina" .... ma prima di questo momento specifico e particolare, sul 1968 è stato invece tutto un "prendere le distanze" sempre e comunque e persino da parte di personaggi che pure il 1968 l'hanno fatto da protagonisti ....

Tanto è vero che, quando gli serve ad uso spettacolare uno che rappresenti il 1968, non trovandone altri disponibili, in tv vanno spesso a ripescare il povero Mario Capanna ... oppure Mughini che da una vita ormai è "de destra" e si occupa solo ed esclusivamente di calcio ma che almeno non ha mai fatto il "pentito" rispetto ad aver partecipato a quel movimento ....

No, ha ragione Tonguessy .... sputtanare il 1968 con tutti i suoi evidenti limiti epocali ma che vanno visti in un contesto italico assai più culturalmente limitato precedente a quel movimento ... è del tutto funzionale a scoraggiare una qualsiasi rivolta odierna ...

E Fusaro a questo si presta .... e non mi sembra così scemo da non capirlo .... semplicemente "sta al gioco" ricavandone celebrità e quattrini ...

Più ne discutiamo e più aumentano i miei dubbi sulla sua buona fede personale ...


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Georgejefferson
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Il potere alto, ha in mano i media e i soli permessi schietti e sinceri li fa parlare solo se squilibrati, appunto per farne fenomeni da baraccone e sputtanare le cause sociali agli occhi delle masse, perche quelle contano per il mantenimento dell'ordine da loro imposto.

Un tentativo di movimentare le opinioni in senso critico verso la movimentazione delle manipolazioni inconscie del potere...nelle masse, arriva solo con l'aiuto e protezione di poteri avversi all'ordine costituito, poteri che di sicuro non sono perfetti ne senza macchia. Questo e' pacifico.

Questo e' quanto, cosi e' allo stato di cose presenti, io ve l'ho detto, non e' ne bello ne giusto e sono d'accordo. Ma per ora e' l'unico spazio.

Fusaro lo sa benissimo e lo dice anche, per alcuni sara quindi dimostrazione assoluta di malafede, per altri no. Amen, tanto la nostra opinione non ha incidenza e quindi e' irrilevante (anche la mia)


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Rosanna
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quelle folle emozionate...vengono già strumentalizzate

La cosa é trasparente, ma hai idea di cosa se ne possa fare?

Sai che cosa ne faranno? Quello che hanno fatto all'inizio del '900,
quando Freud, nell'incipit della sua opera "Il disagio della civiltà", del 1929 (crisi economica forse meno devastante di quella di oggi), dice che l'uomo moderno "ha barattato la sua felicità con un po' di sicurezza",

un saggio sulla “società” che pone la questione che la mancanza di felicità sia imputabile a quella che tutti chiamano “civiltà”.

Oggi invece le società occidentali dello spettacolo hanno barattato la loro libertà con la sicurezza, contro il fantomatico terrorismo islamico.

C'è un parallelismo drammatico tra il 1929 e il 2015, perché entrambi gli anni rappresentano l'anteprima del tempo della sorveglianza e dell'avvento di una terza guerra mondiale, diversa da quelle precedenti, ma comunque sempre devastante, anche per le nostre vite.

Interessante l'intervista a Giulietto Chiesa, non so se l'hai seguita:

http://www.lintellettualedissidente.it/rassegna-video/giulietto-chiesa-i-misteri-di-parigi/

https://www.youtube.com/watch?v=iQeXGVG_NIg#t=25


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A
 A
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La segretaria di redazione osservava in silenzio mentre il direttore del palinsesto parlava concentrato. Queste stampanti 3D sono incredibili, guarda che roba... praticamente imposti il tuo filosofo su misura... così... e.... zac! eccolo!... Bello eh? Vedi... l'ho fatto biondo, con gli occhi azzurri, gli occhiali e con la faccia un po'... Da scemo? chiese la segretaria. Ah ah ah rise il direttore, poi continuò... diciamo con la faccia che piace a tutta la famiglia e che va bene sia in prima serata che a carnevale. E ora... non ci rimane che mandarlo in onda... modalità heavy rotation... così... ma sopratutto... possiamo scegliere il topic... coooosì... ..ora non mi rimane che cliccare qui e...ecco! vedi? è settato sul '68, parlerà solo di quello. Ma se il pubblico chiede il 69? Domandò la segretaria. Il direttore del palinsesto si girò di scatto, la guardò immobile, e dopo un attimo di riflessione disse... fà una cosa, chiama la Nappi..


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Primadellesabbie
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...Interessante l'intervista a Giulietto Chiesa...

No, non avevo visto questa intervista e nemmeno alcuni filmati, ma sospetto esattamente quello che qui dice Chiesa.

Se posso aggiungere un pensiero mio, ti dico che ritengo sia in atto uno scontro, ad altissimo livello, tra fazioni di potere (2 o più) legate tra loro, ma che hanno progetti diversi e forse incompatibili, e che dal 9/11 in poi hanno rotto gli indugi ed hanno inaugurato un nuovo linguaggio. Fazioni che si parlano e ci parlano usando sistemi "poco convenzionali".

Può essere che la caduta dei sovietici abbia innescato il nuovo corso, ma sul tavolo c'erano altre mosse come l'apertura alla Cina, un "sistema" diverso dalle (o un uso diverso delle) 7 sorelle per la gestione dell'energia, gli armamenti a sostituire la droga per ridurre alla ragione i popoli, un mutato atteggiamento in Sudamerica, il trappolone all'Europa, decisa utilizzazione della componente non pensante e controllo "militare" della stampa, ed altre quisquilie di questo genere.

Quale fazione c'é, e con quali obbiettivi, dietro ognuna di queste mosse?

Non propormi letture marxiste...non mi pare il momento...e nemmeno amenità come la o le sovranità nazionali, si tratta di antiquariato. Perdonami la franchezza.

Probabilmente i Russi non sono della partita, perché non hanno accettato qualche condizione, ma hanno alcune carte...

Nota che, curiosamente, i contendenti hanno accuratamente sbaragliato o estinto gli intellettuali occidentali (tranne le dita di una mano) e hanno dimenticato o sottovalutato la potenzialità dei russi (forse i rapporti con i famosi dissidenti li hanno messi fuori strada)


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