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Diego Fusaro- il '68

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Tonguessy
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Il potere alto, ha in mano i media e i soli permessi schietti e sinceri li fa parlare solo se squilibrati, appunto per farne fenomeni da baraccone e sputtanare le cause sociali agli occhi delle masse, perche quelle contano per il mantenimento dell'ordine da loro imposto.

It takes two to tango. Ovvero: non si riesce a fare il ballo mediatico da soli, serve il valletto giusto. Lo so che mi sto ripetendo: Mughini fa la sua parte, piglia i soldi per le sue apparizioni tartufesche. E' uno dei tanti "pensatori" embedded. Ma un filosofo embedded è una contraddizione vivente. Per carità, Cacciari ci ha abituato a ben peggio, smentendo categoricamente l'idea di Platone secondo cui il filosofo-re fosse la migliore opzione di governo possibile, e confermando il fatto che certi filosofi sanno fare dei bei danni se messi nei posti di comando. Ovviamente i miei riferimenti non sono i filosofi de noantri, tutta carta patinata e poco altro. Basta studiare un po' la filosofia per capire quanto essa (nel bene e nel male) sia importante nel chiarire alcuni questioni culturali e non. Hans Jonas (uno dei filosofi contemporanei che stimo maggiormente) ha scritto, poco prima di morire, un breve saggio intitolato "La filosofia alle soglie del duemila" nelle cui pagine si può leggere la sua riprovazione verso Heidegger (pure suo maestro): "l’adesione del più profondo pensatore del XX secolo alla marcia fragorosa dei battaglioni delle camicie brune non rappresentò solo un’amara delusione personale, ma ai miei occhi, altresì, un’autentica catastrofe della filosofia: quest’ultima, non solo un uomo, aveva rinunciato a se stessa ". It takes two to tango, appunto. Jonas rileva la necessità che la filosofia ritorni a proporre persone vere, con idee vere capaci anche di scontrarsi con il potere. Socrate aveva accettato la cicuta e rifiutato di trasferirsi lontano dalla democratica Atene, reo di avere messo in risalto le falsità di quei metodi di pensiero e di governo. Secondo voi Fusaro è più simile a Heidegger o a Socrate?


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Georgejefferson
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Forse ne uno ne l'altro Tonguessy.

Per me e' solo una questione relativa alle proporzioni.

In mezzo ad un mare di merda ipocrita e farsesco succube e servile Fusaro e' meritevole.

In mezzo a Bruno o Socrate probabilmente tanto di meno.

Tutto qua, viviamo in tempi bui e secoli di movimento sociale umanista sono stati indeboliti alle radici nel giro di soli 30 anni o poco piu, negli inconsci collettivi generali. Quello conta per il mantenimento del loro ordine imposto.


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Rosanna
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Il potere alto, ha in mano i media e i soli permessi schietti e sinceri li fa parlare solo se squilibrati, appunto per farne fenomeni da baraccone e sputtanare le cause sociali agli occhi delle masse, perche quelle contano per il mantenimento dell'ordine da loro imposto.

It takes two to tango. Ovvero: non si riesce a fare il ballo mediatico da soli, serve il valletto giusto. Lo so che mi sto ripetendo: Mughini fa la sua parte, piglia i soldi per le sue apparizioni tartufesche. E' uno dei tanti "pensatori" embedded. Ma un filosofo embedded è una contraddizione vivente. Per carità, Cacciari ci ha abituato a ben peggio, smentendo categoricamente l'idea di Platone secondo cui il filosofo-re fosse la migliore opzione di governo possibile, e confermando il fatto che certi filosofi sanno fare dei bei danni se messi nei posti di comando. Ovviamente i miei riferimenti non sono i filosofi de noantri, tutta carta patinata e poco altro. Basta studiare un po' la filosofia per capire quanto essa (nel bene e nel male) sia importante nel chiarire alcuni questioni culturali e non. Hans Jonas (uno dei filosofi contemporanei che stimo maggiormente) ha scritto, poco prima di morire, un breve saggio intitolato "La filosofia alle soglie del duemila" nelle cui pagine si può leggere la sua riprovazione verso Heidegger (pure suo maestro): "l’adesione del più profondo pensatore del XX secolo alla marcia fragorosa dei battaglioni delle camicie brune non rappresentò solo un’amara delusione personale, ma ai miei occhi, altresì, un’autentica catastrofe della filosofia: quest’ultima, non solo un uomo, aveva rinunciato a se stessa ". It takes two to tango, appunto. Jonas rileva la necessità che la filosofia ritorni a proporre persone vere, con idee vere capaci anche di scontrarsi con il potere. Socrate aveva accettato la cicuta e rifiutato di trasferirsi lontano dalla democratica Atene, reo di avere messo in risalto le falsità di quei metodi di pensiero e di governo. Secondo voi Fusaro è più simile a Heidegger o a Socrate?

Molto più simile ad Heidegger , non ho alcun dubbio , anzi ancora meglio simile a Cacciari, è il nuovo Cacciari che avanza, apparentemente "contro" il sistema, in realtà perfettamente "embedded" ad esso, perché come dice Debord:

"La società dello spettacolo è completamente dominata dalle immagini falsificate che si sostituiscono alla realtà, facendo scomparire qualsiasi possibilità di attingere la verità al di là della falsificazione continua che la ricopre. Ciò determina la scomparsa del concetto di storia, e quindi anche della democrazia. Credevamo di sapere che la storia era apparsa in Grecia con la democrazia. Adesso possiamo verificare che la prima sta scomparendo dal mondo come la seconda» (Commentari sulla società dello spettacolo).

E a questo ha contribuito Fusaro, il filosofo da avanspettacolo tv, che non sa nemmeno valutare un periodo storico per quello che è stato.
Brutta storia davvero ...


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MarioG
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Ripeto per l'ennesima volta, "espungere" il 1968 italiano, certamente molto politicamente ingenuo e spesso assolutamente "giovanil/modernista" nella stessa linea del fenomeno beat degli anni immediatamente precedenti, dal contesto storico sia precedente ( l'Italia era il trionfo del bigottismo e del classismo più becero e della assoluta ignoranza di massa) che successivo
( appunto il 1969 e poi tutto il complicato percorso almeno fino al 1977) è una assoluta paraculata propagandistica di chi vuole a tutti i costi difendere "lo stato di cose presenti" e rendere impossibile anche la sola vaga idea di una sacrosanta rivolta dei giovani di oggi.

Riassumendo: per Fusaro il '68 come 'rivoluzione' post-borghese verso una nuova fase del capitalismo. Che si salda con l'evoluzione successiva.
Per i suoi critici invece il '68 sarebbe una quasi-rivoluzione ... con quale caratterizzazione? Non certo proletaria, dice, ma non mi sembra che sia sia spiegato a sufficienza su questo punto. Seguirebbe poi una contro-rivoluzione che ne annulla o devia gli effetti (questo, veramente, e' detto esplicitamente da altri commentatori).
Quindi, per Fusaro c'e' un prima e un dopo '68. Per i critici, c'e' un '68 e poi un contro '68.
Inutile ripetere che io ritengo piu' convincente la tesi della continuita' post-'68. Ovviamente non bisogna esagerare la portata '68. Dopo bisogna prendere in considerazione l'89. I due fatti in realta' si collocano in piani complementari: interno il primo e geopolitico il secondo.


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Rosanna
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Non propormi letture marxiste...non mi pare il momento...e nemmeno amenità come la o le sovranità nazionali, si tratta di antiquariato. Perdonami la franchezza.

Probabilmente i Russi non sono della partita, perché non hanno accettato qualche condizione, ma hanno alcune carte...

Nota che, curiosamente, i contendenti hanno accuratamente sbaragliato o estinto gli intellettuali occidentali (tranne le dita di una mano) e hanno dimenticato o sottovalutato la potenzialità dei russi (forse i rapporti con i famosi dissidenti li hanno messi fuori strada)

D'accordo con te per la sovranità nazionale, anche se l'implosione a breve dell'euro potrebbe cambiare in meglio le nostre sorti economiche, e forse anche politiche,

invece per quanto riguarda la lettura marxista della storia, la ritengo ancora valida, per un certo verso, ed anche per alcune affermazioni geniali e risultate poi assolutamente veritiere da parte di Marx:

il materialismo storico è l'unica lettura possibile della realtà, cioè è il denaro che governa la storia degli uomini, non è mai stato evidente come oggi, ma anche il pensiero della classe dominante diventa sempre il pensiero dominante.

Affermazioni geniali e pratiche esercitate da una filosofia militante e potente, che sa leggere il reale e che cerca di migliorarlo, senza entrare nel merito più specifico della presa del potere del proletariato, che oggi invece vediamo ridotto ad una condizione di sfruttamento e precariato vergognosi.

Per quanto riguarda poi le dinamiche storico politiche della guerra monetaria ed energetica che si sta combattendo tra diversi membri dello scacchiere internazionale, certo che la crisi degli Usa li rende particolarmente minacciosi, ma la Russia sa rispondere con grande lucidità ed anche l'alleanza con le economie del terzo mondo possono rappresentare una sorpresa.

L'unica a perderci parecchio sembra proprio l'Europa purtroppo.


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radisol
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Ripeto per l'ennesima volta, "espungere" il 1968 italiano, certamente molto politicamente ingenuo e spesso assolutamente "giovanil/modernista" nella stessa linea del fenomeno beat degli anni immediatamente precedenti, dal contesto storico sia precedente ( l'Italia era il trionfo del bigottismo e del classismo più becero e della assoluta ignoranza di massa) che successivo
( appunto il 1969 e poi tutto il complicato percorso almeno fino al 1977) è una assoluta paraculata propagandistica di chi vuole a tutti i costi difendere "lo stato di cose presenti" e rendere impossibile anche la sola vaga idea di una sacrosanta rivolta dei giovani di oggi.

Riassumendo: per Fusaro il '68 come 'rivoluzione' post-borghese verso una nuova fase del capitalismo. Che si salda con l'evoluzione successiva.
Per i suoi critici invece il '68 sarebbe una quasi-rivoluzione ... con quale caratterizzazione? Non certo proletaria, dice, ma non mi sembra che sia sia spiegato a sufficienza su questo punto. Seguirebbe poi una contro-rivoluzione che ne annulla o devia gli effetti (questo, veramente, e' detto esplicitamente da altri commentatori).
Quindi, per Fusaro c'e' un prima e un dopo '68. Per i critici, c'e' un '68 e poi un contro '68.
Inutile ripetere che io ritengo piu' convincente la tesi della continuita' post-'68. Ovviamente non bisogna esagerare la portata '68. Dopo bisogna prendere in considerazione l'89. I due fatti in realta' si collocano in piani complementari: interno il primo e geopolitico il secondo.

Minchia ! Non puoi o non vuoi capire.

Se parli del 1968 "globale", quello avvenuto in tutta Europa, negli Usa, in Giappone e persino in alcuni paesi "comunisti" ( Jugoslavia, Cecoslovacchia, DDR, Polonia, persino in Cina) realisticamente le cose stanno come dici tu ... una esplosione "giovanilistica", quindi generazionale e non "di classe" e di tipo sostanzialmente "modernista/riformista" e quindi non rivoluzionario.

Comunque cosa storicamente ultra-positiva ed utile per svecchiare un sistema civile e sociale incancrenito ...

In Italia, invece ... anche se l'esplosione spontanea fu forse persino più ingenua ed "impolitica" che in altri paesi, certamente meno "radicale" nei contenuti, ad esempio, rispetto a Francia e Germania ... in fondo all'inizio qui si contestava solo un certo autoritarismo bigotto tipico di certa baronia universitaria ... un autoritarismo certo in Italia fortemente accentuato e "passatista", derivante dalle leggi fasciste di Gentile allora ancora in vigore nella scuola e nell'università ... ed ovviamente anche dall'influenza clerical/vaticana da noi sicuramente maggiore che in altri luoghi e paesi ... ma poi, immediatamente dopo, per l'innesco che suscitò all'interno delle grandi fabbriche del nord ed in genere nel mondo del lavoro, il 1968 italico si trasformò in qualcosa di molto più avanzato ed a quel punto anche più compiutamente "di classe" ... che appunto durò, caso unico al mondo, un decennio sano sano ....

Per cui, se Fusaro parla del 1968 "globale", che comunque fu un fenomeno storico/sociale altamente positivo anche se spesso si ridusse ad una "fiammata" di pochi mesi, allora ha qualche vaga ragione ... se invece parla del "decennio rosso" italiano che ebbe nel 1968 soltanto il suo prologo ed il suo "innesco" iniziale, allora dice un sacco di cazzate ....

Perchè nel decennio tra il 1968 ed il 1978 una "rivoluzione", sia pure a bassa intensità ma nemmeno poi tanto, in Italia ci fu e come ... ed oltre ad una repressione che spesso ricordava e superava come intensità quella del ventennio fascista ... dicevo prima che ad un certo punto si ripristinò persino il "confino politico" .... quella "rivoluzione" raccolse anche molti risultati parziali concreti in termini di diritti sociali e civili ed in termini di un acculturamento di massa che raggiunse in quel decennio il suo apice ....

Se queste cose Fusaro non le sa è semplicemente un ignorante .... ma io credo invece che sa bene tutto questo ma gioca semplicemente sull'equivoco ... perchè gli conviene ... è un gran paraculo ...


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Primadellesabbie
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...il materialismo storico è l'unica lettura possibile della realtà, cioè è il denaro che governa la storia degli uomini...

Senza nulla togliere a Marx, ho qualche dubbio.

Tanto per cominciare, tenere fermo lo sguardo su questa problematica ci ha impedito di vedere il tranello che ci stavano costruendo intorno.

Le due facce del denaro sono cambiate contro ogni previsione, la quantità é aumentata a dismisura e i centri che la controllano, pur seguendo in parte la prevista concentrazione hanno perduto le caratteristiche del capitalista accentratore: battono non-moneta o fanno politica planetaria e guerre stellari, paradossalmente non usano della loro ricchezza ma della loro posizione (emersa e raggiunta grazie al NOSTRO materialismo...).

Dall'altra parte quelli che lavorano per guadagnarla e viverci cominciano a rendersi conto che si tratta di un non-moneta perché, tagliatisi tutti i tradizionali sistemi di sopravvivenza, vuotati di contenuto tutti i mestieri, si sono ridotte le possibilità di uso e sono costretti ad usarla in maniera prevista e obbligata, a vivere in modo precario e privo di reale progettualità, anche quelli che ostentano sicurezza, condizioni funzionali e imposte dalle scelte dei primi.

E il bello é che la borghesia sta scomparendo, ma non per opera e caparbietà del proletariato.

Gli ultimi capitalisti stanno usando gli ultimi proletari, per produrre merci per gli ultimi borghesi, e noi, intenti a sfogliare Das Kapital non ce ne siamo accorti!

Quindi, non-denaro, o come vogliate chiamarlo, ad uso strettamente predeterminato, perdita, per dispersione, della maledetta borghesia e delle tradizioni minime (abitudini civili, se volete) ed elementari di cui era, malgrado tutto, depositaria e che ci consentivano di vivere assieme.

Così, in due parole.

PS - Dai un'occhiata al post "put in order" su notizie dal mondo.


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MarioG
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Minchia ! Non puoi o non vuoi capire.

Proprio non ce la faccio.

Se parli del 1968 "globale", quello avvenuto in tutta Europa, negli Usa, in Giappone e persino in alcuni paesi "comunisti" ( Jugoslavia, Cecoslovacchia, DDR, Polonia, persino in Cina) realisticamente le cose stanno come dici tu ... una esplosione "giovanilistica", quindi generazionale e non "di classe" e di tipo sostanzialmente "modernista/riformista" e quindi non rivoluzionario.

Comunque cosa storicamente ultra-positiva ed utile per svecchiare un sistema civile e sociale incancrenito ...

Beh, lei ha il SUO concetto di cancrena...

In Italia, invece ... anche se l'esplosione spontanea fu forse persino più ingenua ed "impolitica" che in altri paesi, certamente meno "radicale" nei contenuti, ad esempio, rispetto a Francia e Germania ... [...] ma poi, immediatamente dopo, per l'innesco che suscitò all'interno delle grandi fabbriche del nord ed in genere nel mondo del lavoro, il 1968 italico si trasformò in qualcosa di molto più avanzato ed a quel punto anche più compiutamente "di classe" ... che appunto durò, caso unico al mondo, un decennio sano sano ....
Per cui, se Fusaro parla del 1968 "globale", che comunque fu un fenomeno storico/sociale altamente positivo anche se spesso si ridusse ad una "fiammata" di pochi mesi, allora ha qualche vaga ragione ... se invece parla del "decennio rosso" italiano che ebbe nel 1968 soltanto il suo prologo ed il suo "innesco" iniziale, allora dice un sacco di cazzate ....

Beh, il Fusaro (QUI) sta sul generale, quasi sull'astratto, quindi e' lecito supporre che parli del 'globale' e non del decennio specificamente italiano a cui lei si riferisce. E di cui non ha spiegato la portata rivoluzionaria. BR a parte, sulla cui collocazione, ammetto, non mi sono mai formato un'idea.
Ma non penso che sia questo cio' a cui si riferisce Fusaro, per il quale, mettendo in slogan: il 68' e successivi e' l'era di un Pannella, non di un Lenin.


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MarioG
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Gli ultimi capitalisti stanno usando gli ultimi proletari, per produrre merci per gli ultimi borghesi, e noi, intenti a sfogliare Das Kapital non ce ne siamo accorti!

Quindi il mondo si sta riempendo di non-capitalisti-non-borghesi-non-proletari!
A parte cio' che non sono, che cosa sono?


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Primadellesabbie
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...che cosa sono?

Delle controfigure.

Aggratis o ben pagate, di ruolo o precarie, per vocazione o per obbligo, a proposito o a sproposito, pochissimi consapevoli.


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helios
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La segretaria di redazione osservava in silenzio mentre il direttore del palinsesto parlava concentrato. Queste stampanti 3D sono incredibili, guarda che roba... praticamente imposti il tuo filosofo su misura... così... e.... zac! eccolo!... Bello eh? Vedi... l'ho fatto biondo, con gli occhi azzurri, gli occhiali e con la faccia un po'... Da scemo? chiese la segretaria. Ah ah ah rise il direttore, poi continuò... diciamo con la faccia che piace a tutta la famiglia e che va bene sia in prima serata che a carnevale. E ora... non ci rimane che mandarlo in onda... modalità heavy rotation... così... ma sopratutto... possiamo scegliere il topic... coooosì... ..ora non mi rimane che cliccare qui e...ecco! vedi? è settato sul '68, parlerà solo di quello. Ma se il pubblico chiede il 69? Domandò la segretaria. Il direttore del palinsesto si girò di scatto, la guardò immobile, e dopo un attimo di riflessione disse... fà una cosa, chiama la Nappi..

è settato sul 68 ma sul 68 solo di qualcuno. E'settato male fin dall'inizio ma daltraparte per parlare di 68 si è dovuti trovatre il solito scritto di Fu-saro
nato nel 1983, che è evidente che del 68 non sa na mazza.
A sto punto al pubblico non resta che invocare il 69, con tutto quello che ne consegue. Casomai qualcuno se sapesse qualcosa.


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Tonguessy
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Le due facce del denaro sono cambiate contro ogni previsione, la quantità é aumentata a dismisura e i centri che la controllano, pur seguendo in parte la prevista concentrazione hanno perduto le caratteristiche del capitalista accentratore: battono non-moneta o fanno politica planetaria e guerre stellari, paradossalmente non usano della loro ricchezza ma della loro posizione (emersa e raggiunta grazie al NOSTRO materialismo...).

Non esiste contrapposizione (checchè ne dica Fusaro) tra posizione di potere e denaro. Follow the money è l'assunto di base per scovare i centri di potere. Se non avessero la ricchezza che hanno non potrebbero canalizzare l'immaginario collettivo verso lidi a loro cari (consumi compulsivi e negazione delle evidenze sociali per fare due esempi). Mantenere in vita l'impero mediatico richiede pesantissime risorse, e l'impero mediatico permette l'accettazione della propaganda come mezzo di distrazione di massa. Un cerchio perfetto dove soldi, potere, media e propaganda giocano tutti a favore del capitale,
Voglio anche precisare che esiste una netta distinzione (che tu sembra non coglire) tra materialismo inteso come consumismo e l'analisi materialista che legge gli avvenimenti storici e politici in base al flusso di capitali e chi li detiene e governa, analisi che si contrappone in netto contrasto con la filosofia pre-hegeliana (idealismo metafisico). Diciamo che fino ad Hegel la filosofia era legata molto alla teologia, mentre con Hegel prende piede l'idea che la Storia (e non la metafisica) sia fonte di miglioramento dei popoli. Marx porterà questa idea "materialista" alla sua ennesima potenza. Ma si tratta di analisi.

E il bello é che la borghesia sta scomparendo, ma non per opera e caparbietà del proletariato.

Gli ultimi capitalisti stanno usando gli ultimi proletari, per produrre merci per gli ultimi borghesi, e noi, intenti a sfogliare Das Kapital non ce ne siamo accorti!

La borghesia NON sta scomparendo, lo testimonia il settore del lusso in costante crescita al contrario del comparto consumer. Tutt'al più sta scomparendo la middle class, quel volano voluto e creato dal capitale produttivo che se ne serviva come target per i propri piani di sviluppo del mercato (fordismo). Oggi che il capitale finanziario-speculativo ha preso il sopravvento sul capitale produttivo vale la regola tutta neoliberista del trickle-down, ovvero dell'arricchimento esagerato dell'alta borghesia che, per teorico "gocciolamento" verso le classi subalterne, arricchisce anche queste ultime. La Storia (quella stessa di Hegel) ci ha però dimostrato che non funziona. Resta quindi la domanda: chi si sente di investire in piani quinquennali di ricerca e sviluppo dagli esiti incerti quando giocando in finanza ci sono elevati guadagni a brevissimo termine? Questo è ciò che ha fatto pendere l'ago della bilancia capitalista verso la speculazione finanziaria abbandonando il precedente impianto produttivo. Al capitale odierno non interessa più ne middle class nè diritti sociali, temi che invece erano cari al capitalismo produttivo. Insomma la borghesia è sempre lì, non si è mai mossa (mi spiace per Fusaro) e detiene sempre i capitali come succede da qualche secolo a questa parte. Restano quindi invariati i rapporti tra capitali e borghesia ma ambiano invece i rapporti tra capitali e classi subalterne, proprio perchè sono cambiati i rapporti tra borghesia e classi subalterne (middle class in primis). E' la borghesia che tiene banco e determina gli andamenti. Fusaro questo lo nega, e mi fa incazzare. Parla di borghesia anticapitalista, ma quando mai?

Diverso è il discorso sulla produzione. Come hi appena detto la produzione è in piena crisi a seguito dei criteri che ne determinano il successo (pianificazione, ricerca, sviluppo) e che oggi non rendono più quanto la speculazione finanziaria (e questa è di nuovo un'analisi materialista, non metafisica sulla presunta "superiorità" della finanza sull'industria). Ma ci sono settori che ancora rendono sensata la produzione. Uno di questi è la telefonia mobile e relativo indotto. Un altro è il già citato settore del lusso. Perchè credi che Marpionne abbia cacciato a calci Montezemolo? Perchè (parlando del settore del lusso) quest'ultimo vedeva la Ferrari come un oggetto-cult destinato a pochi eletti, mentre Marpionne vuole estendere i guadagni abbassando la soglia dei destinatari della Ferrari, che avrebbe importanti delocalizzazioni a Est. Insomma lusso non più per pochi, esattamente nello spirito trickle-down neoliberista. D'altra parte il settore delle auto non di lusso sta conoscendo una crisi spaventosa, e sta per essere quasi abbandonato: nessuna innovazione, nessuno sviluppo, ci ritroviamo con gli stessi catorci di 50 o 100 anni fa senza altre modifiche che non siano estetiche (il motore 4 tempi non ha praticamente subito alcuna modifica dalla sua nascita). C'è stata per un periodo breve la speranza che la Green Economy potesse rilanciare anche quel comparto, ma i cartelli petrolchimici hanno saputo tenere a bada anche quel tentativo. Questa è la situazione dell'industria a due velocità: chiudono sempre più industrie mentre quelle che si contraddistinguono per l'elevato valore aggiunto e riescono ancora a competere in termini di guadagni mantengono il loro status. La foxconn è uno degli esempi migliori su come vendere a 750$ un prodotto che ne costa 215 (iphone). Chiaro che con un ricarico di questo tipo vale la pena di fare investimenti industriali.
http://www.wallstreetitalia.com/article/1759598/hi-tech/foxconn-iphone-6-plus-costa-215-contro-prezzo-di-vendita-al-dettaglio-di-749.aspx


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A
 A
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com'è successo? chiese il tecnico helios... Mah..... era in onda come al solito e parlava del '68, poi di colpo si è alzato e si è messo a fare il trenino cantando brigitte bardò bardò... devo dire che abbiamo preso subito 7 punti di share ma il problema è che poi mi si è fuso... disse il direttore del palinsesto. Perchè è settato male... vede.. qui... sul '68 ci sono 3 modalità, lei lo ha messo su "a vanvera" disse smanettando il tecnico helios...


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radisol
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E no .... se Fusaro vuole dire che il 68 creò "l'era di un Pannella e non di un Lenin" ... fermo restando che era comunque meglio Pannella di Fanfani e Rumor .... sta parlando dell'Italia e non del 1968 "globale" ... Pannella è un fenomeno tutto italiano, di chiara origine "risorgimentale" e senza eguali nel resto del mondo ... ed allora in quel caso Fusaro non può ignorare il "decennio rosso" italiano ...

Le Br con tutto questo c'entrano ben poco ... furono una specie di "sanguisughe" sul corpo multiforme dei movimenti sociali ... ma loro, a parte il caso personale molto specifico di Renato Curcio, venivano dalla "tradizione comunista" ante-68 ... togliattian/stalinisti ... il mito della "resistenza tradita" .... critici feroci di ogni movimentismo e spontaneismo ... e a cui probabilmente piacerebbe molto quello che dice oggi Fusaro ...

La "rivoluzione" vera fu fatta nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, persino nelle famiglie ... e non dai gruppi clandestini ... che comunque furono almeno 40, mica c'erano solo le BR ... ed anche le Br mica si sono limitate a rapire Moro ... per parlare bisogna conoscere a fondo il contesto ...

E nulla in quel marasma decennale si può isolare senza guardare l'intero contesto e la sua complessa e contraddittoria evoluzione negli anni ... è questa l'operazione squallida di Fusaro e di tanti altri prima di lui ...


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Primadellesabbie
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@ Tonguessy

Il potere é oramai frutto di relazioni, la ricchezza é una conseguenza. Se qualcuno trovasse un silos pieno di dobloni potrebbe farsi pippe, ma non arriverebbe nemmeno all'anticamera del potere. Chi ha certe relazioni ci arriva da bambino. Era una tendenza, é divenuta la regola.

A proposito di materialismo. Nel prevalere e nell'affermarsi del lusso nei consumi, c'é tutto il simbolismo che occorre a capire il cambiamento che la struttura sociale sta subendo e che vuole subire senza grandi resistenze. Per induzione? Può darsi. Per suggestione? Può darsi.

Il lusso é un affare? Non scorgi la fine di una parabola in questo estremo esito di una componente implicita nel fenomeno borghesia (industria, consumo, ecc.)? Staremo a vedere.

Ti sembra che Marchionne si sia conquistato il posto che occupa? O l'abbia meritato? Guarda bene, hai fatto un esempio leggibile, anche se si tratta di un anellino.

Ostinarsi ad applicare schemi che vogliamo eternamente efficaci, dato che alcuni termini ci paiono ancora lì, non aiuta a cogliere quello che sta succedendo.


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