La concezione mater...
 
Notifiche
Cancella tutti

La concezione materialistica.

Pagina 2 / 2

mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

Io ho scritto Babuskin.
E ho fatto delle domande, Babuskin.
In un forum.
Ma la gente della tua risma non risponde.
Continua imperterrito con le sue "analisi" per semi-deficienti, che nemmeno la Pravda anni '50....

Non si tratta di mandare via qualcuno ma solo di aspettarsi nel 2015 che non esistano più dei figuri che utilizzano i forum come una personale tribunetta permanente per la loro scalcagnata "organizzazione" di residuati semianalfabeti e le loro relative "analisi" sconclusionate scopiazzate qua e là.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Come dicevo sarà la grande industria a porre le condizioni perché il germe possa avere il possente sviluppo della consapevolezza scientifica, perché con Marx ed Engels il materialismo assuma la forma del materialismo storico capace di riflettere l'evoluzione dialettica della natura e della società.

Marx cita Helvetius e d'Holbach come gli autori che meglio di ogni altro esprimeranno nei loro scritti la corrente da cui deriverà il socialismo utopistico. In particolare, dice che con Helvetius il "materialismo riceve il carattere propriamente francese".
Diderot, per Marx, rientra in questo gruppo; gruppo con cui era stato in contatto per tutta la sua vita, sino ad esserne considerato il "capo".

Marx spiega che per Helvetius "le proprietà sensibili e l'amore di sé, il godimento, l'interesse personale ben inteso sono il fondamento di ogni morale. L'uguaglianza naturale delle intelligenze umane, l'unità fra il progresso della ragione e il progresso della industria, la bontà naturale dell'uomo, l'onnipotenza dell'educazione sono i momenti principali del suo sistema". (continua).

Un consiglio, sia meno presuntuoso nel considerare gli utenti "semi-deficienti-analfabeti".

PS: rispondo a chi è corretto ed educato, e cosa fondamentale che stia in tema, i nostri Circoli operai (non sono una setta) sono aperti...


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Concludiamo.

Diderot dal 1773 al 1778 si avvicina più volte all'opera di Helvetius sulla quale scrive un'ampia serie di appunti non destinati alla pubblicazione. La sua tesi è così riassunta:" E' difficile trovare ragionamenti soddisfacenti, ma è facile rettificare le sue induzioni e sostituire la conclusione legittima alla conclusione erronea che ha peccato comunemente per la troppa generalità".

Dove Helvetius sostiene che "l'educazione fa tutto" occorre sostituire "l'educazione fa molto" ecc,ecc. Diderot accetta le premesse di Helvetius; è troppo enciclopedista per accettare anche il suo materialismo non sia concepito "in relazione alla vita sociale".

"Tutto" o "molto" era una distinzione di poca importanza per il futuro sviluppo logico del pensiero borghese verso il socialismo utopistico.
Di questa evoluzione "maitre Denis" non sarebbe stato contento.
Ancor meno lo sono i moderni colti che su questo aspetto taciono intimoriti. Hanno visto che il comunismo è la rivoluzionaria conseguenza dello sviluppo economico della borghesia, oltre che il suo pensiero.

Amen.

scritto nel novembre 1984.


RispondiCitazione
omicron
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 79
 

Il materialismo storico è il giusto strumento per interpretare l'evoluzione storica, ma l'inserimento della dialettica hegeliana è un errore, come diceva anche Preve.

Una sua attuale versione che fa a meno della dialettica è il materialismo culturale di Marvin Harris. Potrebbe corrispondere ai criteri di Preve.


RispondiCitazione
Pagina 2 / 2
Condividi: