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8 SETTEMBRE. Ottant’anni dalla morte dell’Italia

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Pfefferminz
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@ Martin

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Martin: "Ed infine, siamo sempre alle solite: si continua - un secolo dopo, peggio degli asini!!!!! - pervicacemente a nascondere che nelle elezioni del 1924 i fascisti - purtroppo, va bene in grassetto?- presero oltre il 65% dei voti, rendendo INUTILE il premio di maggioranza previsto dalla legge Acerbo, che infatti non fu applicato."

Manca il contesto (da Wikipedia):

"La consultazione, tuttavia, si svolse in un grave clima di intimidazione e da ripetute violenze da parte dei sostenitori del Partito Nazionale Fascista. Il candidato socialista Antonio Piccinini fu ucciso, altri candidati di sinistra furono feriti, ovunque furono impediti i comizi, bruciati i giornali, impedito l'affissione dei manifesti, anche attaccando le stamperie, Vi furono brogli anche superiori alla media (alta) dell'Italia dell'epoca. In diverse circoscrizioni, soprattutto meridionali, il voto non fu esercitato in condizioni di libertà, ma in maniera palese e con la presenza di esponenti fascisti nei seggi e nelle cabine elettorali, mentre i prefetti ebbero ordini di contrastare l'astensionismo convogliando voti a favore del governo, il che rende rimarchevole il risultato delle opposizioni. Inoltre il listone nazionale di Mussolini aveva assorbito le macchine elettorali di molti partiti di centro e di centro destra, e transfughi (detti "traditori") del sardismo e del partito popolare, garantendosi una base elettorale più larga del semplice fascismo, oltre che vari specialisti del voto di scambio."

 

 


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Martin
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Figurati se metto in dubbio la presenza di violenze e pressioni da parte dei fascisti. A parte che non erano i soli, nel senso che gli scontri armati tra e con socialisti e comunisti erano molto frequenti anche dopo la marcia su Roma, con vittime da entrambe le parti, ma e' letteralmente puerile spiegare oltre il 65% dei voti in questi termini. Quello che anonimamente  citi e' uno dei tanti esempi di storiografia marxista: da giovane ero ahime' cresciuto anche io con quelle cazzate, poi mi sono accorto di quello che appunto sono.

Piu' o meno come leggere la breve "biografia" di Mussolini, ultradiffamatoria e stracolma di falsita' e odio in ogni pagina, del farabutto inglese  Mack Smith, o leggere l'opera, seria e documentata e in diversi volumi di De Felice, che per inciso, come si e' cercato di nascondere in tutti i modi, era Ebreo.

Questo post è stato modificato 8 mesi fa da Martin

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oriundo2006
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È giusta l’opposizione a qualsiasi mercimonio dei valori…ma solo da parte del leader. I seguaci si sa che sono tali per ragioni differenti: scambiano volentieri la propria irrilevanza con ricompense materiali a scopo risarcitorio della propria  ‘capitis diminutio’ di fronte al leader. Ogni cosa ha il suo prezzo da pagare: conta solo non farlo pagare ad altri. Diversamente si è ‘profeti disarmati’ in solitudine…il che alle volte ha i suoi vantaggi. 


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BrunoWald
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@Pfefferminz

L' "anche tu" non l'accetto, spiacente. Parla per te. 

Sbagli a prendere le mie parole in modo personale, perché si riferiscono a un meccanismo che più impersonale non potrebbe essere.

Tu ed io possiamo attenerci ai nostri principi perché viviamo una vita da privati cittadini. Possiamo soddisfare le nostre necessità senza dover scendere a compromessi con nessuno. Invece guidare un partito e fare politica a livello nazionale richiede milioni, altrimenti rimani a casa tua. E i milioni non arrivano con l'obolo dei militanti. Per cui bisogna stringere alleanze che assicurino le risorse necessarie per non soccombere in una lotta spietata, volenti o nolenti: ed è necessaria una grande abilità politica per gestire tali alleanze evitando di farsi sopraffare.

La politica è più o meno come la descrisse Machiavelli: una delle arti più difficili e crudeli che esistano, del tutto inadatta ai deboli di stomaco. Per questo stiamo qui a commentare nel forum, anziché là fuori a fare la storia.


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Pfefferminz
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@ Martin

"Quello che anonimamente citi e' uno dei tanti esempi di storiografia marxista:..."

Avevo scritto che il brano era stato tratto da Wikipedia. Questo è il link:

https://it.wikipedia.org/wiki/Discorso_di_Giacomo_Matteotti_del_30_maggio_1924

C'è soltanto una verità storica, tanto è vero che su certi argomenti concordano tutti gli storici. D'altra parte possono sempre emergere nuovi elementi, ad esempio documenti desecretati, che esigono una nuova interpretazione o una ricollocazione dei singoli tasselli in un più grande mosaico. Se non sbaglio, Renzo De Felice, ad esempio, lasciò in sospeso la trattazione del delitto Matteotti, perché a quel tempo mancavano o non erano accessibili dei documenti. 

Comunque quel 64% non era il risultato solo del Partito Fascista, ma del "listone" in cui figuravano anche altri partiti conservatori, in fondo una coalizione contro la sinistra che rischiava di diventare troppo forte. Mussolini stesso non era sicuro di vincere, altrimenti non avrebbe messo le mani avanti con la legge Acerbo. I conservatori,  d'altro canto, pensavano di poter strumentalizzare Mussolini e di potersene liberare in un momento successivo. Caso mai, quella che tu definisci "storiografia marxista" fa intendere di non mettere sullo stesso piano gli atti di violenza da parte di contadini e operai che lottavano per la sopravvivenza e migliori condizioni di vita e quelli delle "quadracce" al soldo dei proprietari agrari e degli industriali. Negli anni successivi, Mussolini favorì la classe media, mentre, ad esempio, con la deflazione indotta, i ceti meno abbienti ricevettero un duro colpo. 

 


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Pfefferminz
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@ Bruno Wald: "Sbagli a prendere le mie parole in modo personale, perché si riferiscono a un meccanismo che più impersonale non potrebbe essere."

@ Oriundo2006: "È giusta l’opposizione a qualsiasi mercimonio dei valori…ma solo da parte del leader...."

In effetti questo "meccanismo impersonale" di cui Bruno Wald parla mi è del tutto sconosciuto e le parole di Oriundo2006 mi erano del tutto incomprensibili, quasi sibilline.

Comunque, a mio avviso, si tratta del  mondo che fù. Al giorno d'oggi si punta sulla responsabilità individuale, sulla democrazia diretta e sulla assoluta trasparenza. Nessuno accetta più l'idea di un leader o di una gerarchia. Il "leader" di oggi ti dice "non contare su di me", "assumiti le tue responsabilità", "controlla tutto quello che dico", "impara a cercare le informazioni rilevanti". I "leader" di oggi sono i saggi. E le tangenti, ovviamente, sono un tabù assoluto. Chi dà dei soldi vuole qualcosa in cambio. 

Mi dispiace per il malinteso. 

 


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oriundo2006
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Pfeffer, estendendo il tuo ragionamento, non ti pare che la stessa presenza in posizione apicali, di comando di eventuali 'leaders' carismatici non sia oggi desueta ed anzi ridicola ?

In Italia l' ultimo a fregiarsi di queste caratteristiche fu Beppone Grillo: un comico di professione. Credo che nessuno voglia davvero un leader non solo perchè sospettabile di essere un ... lader, ma anche perchè nessuno vuole più privarsi della propria soggettività e facoltà di pensiero a favore di un vate, interprete di stati d'animo collettivi che, se guardiamo bene, non esistono più come formazioni preconscie da esser esplicitate ma sono oramai nel discorso comune: sono scontate.

Quello che si vuole è azione non discorsi.

L' umanità è cresciuta molto in questi anni, specie sottotraccia, specie senza darsi pensiero di sistematizzare le proprie idee in un percorso pubblico 'ideologico': ma è nettamente differente dagli anni pre-2000. Un abisso, tanto da far dubitare che si possa ancora parlare alle cosidette 'masse' senza essere fischiati in anticipo, venendo considerati degli imbonitori da circo equestre.

Forse, e lo dico a voce bassa, forse forse ci siamo...la deideologizzazione del contenuto pubblico del discorso apre possibilità insperate ed insperabili, rende ridicolo Schwab come Hariri, il presidente della rep bananiera come i corifei religiosi della pseudo-normalità coatta in cui siamo riserrati nostro malgrado: ende ridicolo il loro discorso in quanto tale.

Stiamo reagendo con la razionalità. E i risultati si vedranno.


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Pfefferminz
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@Oriundo2006

Sì, hai continuato il mio ragionamento. Stavo per scriverlo io che l'idea di un leader mi appare ridicola, poi mi sono trattenuta. Forse Beppone ci ha anche fatto un piacere, a sua insaputa. Mi sto chiedendo se sia un po' come uscire dal gioco: fintanto che partecipiamo, siamo perdenti. 


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Martin
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Pfeiffer:

"Caso mai, quella che tu definisci "storiografia marxista" fa intendere di non mettere sullo stesso piano gli atti di violenza da parte di contadini e operai che lottavano per la sopravvivenza e migliori condizioni di vita e quelli delle "quadracce" al soldo dei proprietari agrari e degli industriali. Negli anni successivi, Mussolini favorì la classe media, mentre, ad esempio, con la deflazione indotta, i ceti meno abbienti ricevettero un duro colpo". 

Cioe', continui con la storiografia marxista, non c'e' niente da fare. Esce dalla finestra ma rientra dalla porta principale, ossia una situazione ancora peggiore di quella di partenza. In meno di 20 anni il fascismo fece piu'opere pubbliche e progressi dei precedenti 60 anni, sotto tutti i profili (Stato sociale, INPS, IRI, pensioni, bonifiche, strade, elettrificazione delle ferrovie, arresti in massa e sconfitta della mafia siciliana, etc etc etc) ma tu fai finta che non ci siano stati, dietro la frase fatta del "sostegno alla borghesia".

Il che ovviamente non significa che non sia stato una dittatura.


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PietroGE
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non ti pare che la stessa presenza in posizione apicali, di comando di eventuali 'leaders' carismatici non sia oggi desueta ed anzi ridicola ?

In realtà non si vuole un leader carismatico, ma uno che si assuma le sue responsabilità. E questa in Italia è merce rara. In tutta la prima repubblica la responsabilità della gestione del potere era diluita in tutto il sistema politico tanto che ognuno scaricava le varie responsabilità sull'altro, in questo aiutati molto dal sistema di voto proporzionale. In Italia quello che la leadership vuole è potere senza responsabilità personale, nelle istituzioni e financo nelle società pubbliche o partecipate. È di fatto il privilegio quello che si cerca, il fregarsene delle leggi e dei divieti. Esempio tipico la magistratura, potere esercitato senza responsabilità personale, capace di rovinare la vita alla gente per i propri teoremi e calcoli di carriera personali.

Per questo sono favorevole al presidenzialismo o al premierato : chi viene eletto si deve tenere sulle spalle la responsabilità delle decisioni e gli elettori la responsabilità di averlo eletto. Ma anche così la difficoltà della gestione del potere è evidente quando si considera la necessità della creazione del consenso e quindi della gestione dei mezzi di comunicazione di massa. L'interazione leadership - popolazione è mediata da troppi mezzi che sfuggono al controllo democratico e che invece sono il terreno sul quale crescono e prosperano le lobby. 

Anche l'interazione ideologia - potere politico va gestita in modo pragmatico, sempre mantenendo il contatto con le realtà e non illudersi che esista solo quel che deve esistere secondo i dettami dell'ideologia. Quando l'ideologia detta legge prima o poi succedono disastri e non è vero solo riferito alla storia, è anche vero riferito all'attualità.


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BrunoWald
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nessuno vuole più privarsi della propria soggettività e facoltà di pensiero a favore di un vate,

Nessuno che possieda effettivamente una soggettività, e la facoltà di pensare. Ma costoro rimangono una minoranza. Gli altri sono il prodotto dell'ambiente familiare, della pressione sociale, dell'indottrinamento pervasivo cui siamo sottoposti in permanenza. Pochi hanno una personalità autonoma, nel bene e nel male, in grado di compiere scelte a ragion veduta.

L' umanità è cresciuta molto in questi anni? Una sua frazione, senza dubbio. Mi riferisco a coloro che sono capaci di pensiero critico, e sono ormai pressoché immuni alla propaganda e alla manipolazione, o perlomeno lo sono in misura nettamente superiore alle generazioni precedenti. Ma il resto continua ad essere un gregge, e più le circostanze dovessero peggiorare, più ne avremo la dimostrazione pratica.

Al giorno d'oggi si punta sulla responsabilità individuale, sulla democrazia diretta e sulla assoluta trasparenza. Nessuno accetta più l'idea di un leader o di una gerarchia.

Punta sulla responsabilità individuale chi possiede un'individualità, ed è pertanto capace di responsabilità. Quelli che invece "sono pensati" dalla tv, dagli influencer e dalle varie mode, la responsabilità individuale non sapranno mai nemmeno cosa sia. La democrazia diretta può funzionare solo in ambiti limitati, e finché non arriva la tempesta: lo dico con dispiacere, perché sono fin troppo individualista e, in un certo senso, anarchico, ma è la dura verità.

In quanto alla gerarchia, essa rimane sapientemente inavvertita (per volontà dei "gerarchi") finché si tratta di riempirsi il carrello nei centri commerciali. Non appena il gregge avrà paura sul serio, perché minacciato direttamente dalla guerra, dalla fame, o da qualche nuova pestilenza reale o inventata, torneremo all'irrazionalismo e al tribalismo più estremi, all'obbedienza cieca e al culto del capo, perché nel neolitico avevano almeno dei punti di riferimento come il clan, lo sciamano, le consuetudini, e una forte solidarietà comunitaria, mentre oggi ci sarebbe solo del bestiame spaventato in preda al terrore animale.

Se mi giudicate pessimista, ricordatevi delle persone schiacciate dalla folla che irrompeva nel centro commerciale in una giornata di liquidazioni.

Questo post è stato modificato 8 mesi fa da BrunoWald

Darkman hanno apprezzato
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Martin
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PietroGE: Ottima analisi, non sono del tutto d'accordo, ma certo apre, per cosi' dire, preziosi spazi di discorsi sensati.

Ma certo che buona parte degli Italiani e quindi anche della borghesia italiana cerca in sostanza il potere senza responsabiità o il diretto privilegio. La magistratura ne e' certamente un fragoroso esempio - ma attenzione non l'unico. Basta guardarsi attorno un po' per capire che il sogno resta sempre quello di far parte del club o salotto esclusivo. Sulle ragioni storiche e culturali di tale vocazione al club o salotto esclusivo si potrebbe discutere parecchio, ma il punto e' che c'e'.

Appunto diffido alla grande di premierati o presidenzialismi. Quello che la storia ufficiale nella versione dei vincitori dello scorso secolo nasconde, e' anche il contributo che personalita' individuali come Stalin, Halifax, Roosevelt, Churchill, Reynaud, Beck, etc diedero alla WW2. La storia che fu solo o principalmente colpa di Nazisti e Fascisti fa acqua da tutte le parti. Francamente preferirei evitare in linea di principio il rafforzamento dei poteri politici di singole personalita',  insito nei premierati e presidenzialismi, almeno in Italia. 

Poi certo c'e' elefante nella casa: l'opinione pubblica e' manipolata in buona parte dai media. Ossia, come hai scritto, l'interazione leadership - popolazione è mediata da troppi mezzi che sfuggono al controllo democratico e che invece sono il terreno sul quale crescono e prosperano le lobby".

E' in effetti un problema enorme, e la (non studiata) storia dei media negli USA e in Europa lo conferma. Basta studiare come per esempio siamo entrati nella WW1. O a certe campagne stampa a partire dal 1936.....o alla falsa mappa dell' America Latina risistemata dai Nazisti, che tanto contribui' alla terza elezione del guerrafondaio Roosevelt nel 1940.

Oggi lo strapotere mediatico e' divenuto pervasivo grazie alla rivoluzione internet e telecom, ed ha obiettivamente ridotto il potere della classe politica eletta dal popolo. La popolarita' di un Governo e' in buon grado determinata dall'immagine che i media dominanti ne proiettano. E i signori media dominanti non sono controllati dal voto popolare ne' sono obbligati a rispettarlo. Diversi esponenti del sistema mediatico negli USA e in Europa hanno il potere di raggiungere e influenzare l'opinione pubblica, molto piu' di tanti politici al Governo o all'opposizione. E non li controlla nessuno.

L'attuale strapotere mediatico e' infinitamente preoccupante, perche' la distanza tra la realta' di tanti processi e la rappresentazione che ne viene data dai circoli mediatici dominanti e' divenuta veramente imbarazzante. 

Detto chiaramente: il tasso di favole non accenna per nulla a scendere, ma al contrario, e' esponenzialmente aumentato.


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oriundo2006
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Guardate che la differenza fra ottant'anni fa ed oggi è molto semplice.

Il fascismo e Mussolini avevano il Potere e la Rappresentanza politica e se ne servirono, a prescindere dal giudizio storico su di loro. I nostri rappresentanti, da ultimo la Meloni, hanno la Rappresentanza ma non il Potere: si servono della Rappresentanza nella sua attuale forma democratica per nascondere il problema che il Potere, quello vero, ultimativo, che è fatto non solo di un 'bastone' ma sopratutto di conoscenze 'ultime' strategiche, sulle azioni altrui e sui percorsi che altri segue per attuarli, non lo hanno: è il Potere di fare e sciogliere, di conoscere e di ingannare.

E' definitivamente estraneo all' Italia come paese vinto, è off limits per chiunque, anche per Draghi ( che lo ha ammesso da poco ). E' il Potere che finisce per essere decisivo ai fini di regolare il Destino ultimo del genere umano sulla Terra. Questo SuperPotere lo ha attualmente solo il mondo anglosionista. E basta. Gli altri competitori sono sulla difensiva, politicamente, mentalmente, strategicamente, in attesa di poter un giorno sostituirlo. 

L' Italia lo sa, tenta di fare sponda col Vaticano per compensare la propria debolezza, annaspa, lo nasconde. Ma non possiamo attualmente attenderci nulla altro.


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