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Sicurezza e altre paranoie varie della senescenza di st'accidente d'occidente


GioCo
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Ho appena postato (QUI) un video sulla Demenza Artificiosa. Quando ci riprenderemo (a qualsiasi costo) indietro il vocabolario per usarlo come andrebbe usato (cioé in modo estremamente "scorretto" perché è esattamente quella la sua funzione più "importante", quella di provocare) vi assicuro che tale acronimo sarà un etichetta non tanto "inutilmente" denigratoria, ma centrata nel descrivere il succo della questione: la triste dipendenza (implicita) dalla demenza che ci pervade.

Non la mettiamo in discussione semplicemente perché non la vediamo e secondo me è anche un bene non vederla per le condizioni in cui versiamo. Si dorme meglio.

Ok, di quale demenza parla @GioCo ? Tipo quella di Binden che se non l'avete capito non è lì a caso: ci rappresenta! C'è stato messo apposta un demente al Governo dell'esercito più potente del Mondo e non solo perché così è più controllabile (lui e l'esercito). Anche perché è abbastanza ricoglionito da infilare un disastro diplomatico globale dietro l'altro e in queste condizioni poco importa se sia o meno controllabile.

Il mio demone mi invita a dirla tutta che nel POST linkato l'ho sparata solo a metà. Ho detto (riassumendo) che l'ambiente in cui siamo immersi e che ci circonda ci lascia due scelte: delirio o possessione. Non un gran che in effetti.

Il delirio è tipo quello psicopandemico: in sostanza fai cose senza ragionare ed anzi ragionare diventa in automatico disdicevole "dissidenza" (verso una fede). Agisci "perché di si". In genere perché qualcuno (magari i tuoi genitori o gli insegnanti) ti hanno detto che si faceva così o si comportavano come se quelle azioni fossero "normali" e per emulazione ora anche tu fai lo stesso. Così la norma è divenuta la cifra della nostra follia media e non dovrebbe soprenderci se poi qualcuno se ne profitta portando questi svarionamenti alle estreme conseguenze.

Noi siamo "per statuto" in un regime di delirio imperante quasi~obbligatorio da almeno un paio di migliaia di anni. Tutto è cambiato ma solo nelle apparenze. Nel senso che se non ti adatti (al delirio, qualsiasi delirio creativo sia proposto) sei escluso e questo è rimasto invariato nei secoli. Si tratta dell'evidenza più solare che si può osservare in tutti i settori e in ogni "nicchia" della nostra sventurata società artificiosa.

A presiedere questo genere di artificio, mettendoci un sigillo ermetico, è l'inquisizione. Un pensiero, per lo più, che ci abita. Poi anche un atto formale dogmatico ed ecclesiastico, un tribunale religioso che trasforma ogni seria questione (sia in modo evidente che latente) in lotta opinionista. Come la pensi ? La risposta media più tranquilla dovrebbe essere una pernacchia dato che le opinioni non danno alcun contributo se non predisporre la possessione (tipo ultrà da stadio).

In effetti la vita dipendente dalla fede in qualsiasi minchiata, tipo che sò "la tecnologia che ci rende più evoluti" o "l'ecologia d'accatto istituita sulla rigorosa ignoranza tuttologica dello slogan" alla gretina (comunque dove coi coi, potete sbizzarrirvi ne troverete a badilate) uccide la Mente (funzionalmente) e rende l'allucinato tecnicamente demente ma inconsapevole d'esserlo. Cioè impedisce alla Mente di fare altro se non mentire, soprattutto a noi stessi. La Mente del credente (allucinato) è una macchina miserabile che produce come una cornucopia instancabilmente menzogna. Per qualsiasi minchiata e 24su24. Notte e giorno. Come un grammofono rotto. Ma per noi è normale. La norma è quindi ossessione e la sicurezza non sfugge a questo dogma.

Se poi la Mente diventa un Motel dove altre entità incorporee possono stare parcheggiate a tempo più o meno determinato per farsi i ca%%i loro con la tua testa e con la tua Vita affettiva, cosa cambia ? Non solo non gestisci più un ragionamento che sia realmente tuo, ma nemmeno l'emozione è più sotto il tuo controllo. In effetti questo paradossalmente è liberatorio. Non puoi decidere se e quando arrabbiarti rispetto a quali idee e per preservare i tuoi affetti e questo oltre a darti piacere ti scarica la coscienza. Per ciò sei destinato a fare strame dei tuoi affetti. Le idee diventano il motivo per cui provi emozione e non il contrario. Non sei più capace di "pensare strategicamente" o di usare funzionalmente il tuo corpo per difendere e difenderti da chi ti usa nel modo più bieco possibile, tanto nel visibile come nell'invisibile. Qualcos'altro agisce al tuo posto e che sia il risultato di una agenzia di pubbliche relazioni o l'azione di un incorporeo, non vedo comunque perché non dovrebbe accadere. E' una semplice conseguenza logica dal momento che non sei più padrone di te stesso.

Bene, in questa orgia di totale non senso è evidente che la sicurezza diventa un tema ricorrente. Una specie di eco che ci rimbalza addosso, perché si fanno cose deliranti che ci espongono continuamente a rischi estremi in via perfettamente inutile, tipo chessò, girare con un codice con cui puoi comperare tutto quello che ti puoi permettere dopo aver messo in banca i tuoi soldi perché stiano al sicuro e con quel codice hai libero accesso ai tuoi soldi, salvo poi che i tuoi soldi non sono di certo al sicuro, ne dietro quel codice, ne in banca. A casa mia si chiama furto ma in questa bolgia è difficile stabilire cos'è un crimine. Dipende da tante cose. Per esempio se a prelevare quei soldi è lo Stato si chiama confisca e non furto. Se è il tuo padrone e tu sei uno schiavo ciò che è tuo e suo e ciò che è suo è suo. Se è il consorte si chiama "condivisione dei beni". Se è la banca si chiama "prelievo".

Cambiano solo le parole ma l'atto è lo stesso: un appropriazione indebita, anche senza il tuo consenso. Allora c'è scritto "non rubare" nel testamento e ce ne fotte poco se invece no, c'era scritto altro nel testo originale, perché tanto e quello che hanno creduto fior fiore di generazioni per millenni, ma poi in fondo è sempre una questione di interpretazione. C'è furto e furto. C'è quello normale, quello legale e quello amorale. Poi ovviamente c'è il "non furto" totale, l'espropriazione della tua stessa esistenza, dal momento che "non avrai nulla e sarai felice" in quanto schiavo.

Il futuro è costruito attorno alle parole e un altra locuzione importante è "estrazione del valore". Anche dracula fa estrazione del valore, si chiama "succhiare la Vita". Chi lo fa è non morto e ci vuole poco a capirlo. Se dicessi ad esempio che la Demenza Artificiosa è un perfetto esempio di non morte moderna chi può affermare il contrario ?

Il "controllo" è un altra strana parola. Chi ha il controllo di cosa ? Nella assoluta bolgia di informazioni che è internet ad esempio, chi ? Le corporation ? Davvero ? Ma se hanno bisogno delle demenze artificiose per tirare fuori da lì qualsiavoglia informazione, forse non è che un altro paravento per dementi senili ?

Prendiamo la Cina. Il lavoro che la demenza artificiosa sostituisce meglio è quello del burocrate. Il burocrate è per definizione colui che non pensa. Il militare ancora ha un residuo minimo di intelletto, perché deve almeno interpretare ed eseguire correttamente gli ordini, dato che l'efficienza fa la differenza. Il burocrate no, non deve essere efficiente ma preciso. C'è scritto da qualche parte che gli devi dare un documento in doppia copia e te lo chiede in elettronico ? Bene, ti chiederà due allegati elettronici dello stesso identico documento nella stessa identica mail. Qual'è il problema ? Che il burocrate non è tra i lavori che ci dicono essere minacciati e in specie in paesi totalmente costruiti sulla burocrazia come la Cina. Perché ? Perché ti si piglia per il culo... Ovviamente.

Eppure è anche evidente che tutte (e ripeto tutte) le attività lavorative sono direttamente o indirettamente minacciate d'essere sostituite con la demenza ariticiosa (perché in futuro il lavoro sarà un privilegio per pochi come ho già scritto tante volte ma ovviamente - CVD - nessuno ha ancora raccolto). Perché il diretto obbiettivo militare è la totale resa del mondo del lavoro al mercato speculativo che altro non è se un modo per dire "furto", "frode", "presa per il culo" o "inganno". Scegliete voi. Si tratta della rapina più spettacolare di sempre, portata avanti da veri professionisti della stangata. Anche se umanamente deprimenti (ad essere buoni). Questa gente ha deciso che vuole TUTTO. Indiscriminatamente TUTTO. Senza eccezioni. Il tuo culo, la tua testa, la tua fertilità, i tuoi figli, il tuo futuro... TUTTO. E tu devi restare con niente.

Come ? Perché glielo consegni. Spontaneamente. Felicemente. "Non avrai niente e sarai felice" grazie ad internet. Te lo dicono. Ma il punto è chiarire dentro di te se forse forse, prima, non avevi niente... Uguale. Cambia solo il padrone. Per questo non riesci a reagire.

Riflettici.

 


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BrunoWald
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(perché in futuro il lavoro sarà un privilegio per pochi come ho già scritto tante volte ma ovviamente - CVD - nessuno ha ancora raccolto)

Non è che nessuno abbia raccolto. Il problema è che non c'è niente da fare. Individualmente, o a piccoli gruppi, si possono cercare delle soluzioni, ma la società nel suo complesso è bella che fottuta. Un risultato che era già implicito nelle premesse: l'elemento strutturale, ossia la nuda logica di sopraffazione insita nel capitalismo, doveva necessariamente spingersi fino alle estreme conseguenze, travolgendo la sovrastruttura ideologica che esso stesso si era data, riassumibile nel concetto di democrazia, per il quale a dover governare sarebbe la "maggioranza" - ovvero, la componente più ignorante, inconsapevole e impreparata della società.

La realtà, come sempre, prevale sulle farneticazioni: e l'ex-cittadino, elettore e contribuente, sarà ridotto a un pezzente, o uno schiavo, o entrambe le cose, totalmente soggetto alle mostruose concentrazioni di potere che andavano formandosi mentre noi si cianciava di "diritti inalienabili" ed altre facezie.

È evidente che vogliono TUTTO, e non potrebbe essere altrimenti. Abbiamo a che fare con le due categorie umane che hanno prevalso su tutte le altre, in virtù della loro assoluta mancanza di scrupoli, ritegno, coscienza e senso del limite: i pirati e gli usurai, ben rappresentati dalle rispettive etnie di riferimento che comunque, a onor del vero, non ne hanno l'esclusiva. Incalzati dalla loro oscena avidità, dal vuoto interiore che li divora, non possono fare altro che obbedire alla propria natura gettandosi all'assalto del mondo, che divoreranno a loro volta fino all'ultimo boccone se non saranno fermati prima (ma da chi?). Poi si divoreranno tra loro.

L'unica scelta praticabile, per chi non sia in preda al delirio e voglia prendere in mano il proprio destino, sfuggendo alla logica del termitaio, mi sembra essere quella di perseguire il massimo livello possibile di indipendenza materiale, concreta, dal sistema, finché sarà ancora possibile. Ciò comporta rinunce notevoli, e la necessità di ripensare completamente la nostra vita e le nostre priorità. Non è per niente facile, soprattutto se non si prende atto lucidamente della situazione, continuando a coltivare la segreta speranza che "andrà tutto bene"... 

 

Questo post è stato modificato 11 mesi fa da BrunoWald

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GioCo
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Pubblicato da: @brunowald

(perché in futuro il lavoro sarà un privilegio per pochi come ho già scritto tante volte ma ovviamente - CVD - nessuno ha ancora raccolto)

Non è che nessuno abbia raccolto. Il problema è che non c'è niente da fare. [...]

 

Oggi con uno dei miei assistiti commentavo che se sei il cavallo di un caretto dove il conducente (rincoglionito) ti sta forzando ad andare verso un burrone, tu lo sai, lui no, tu non vuoi morire, lui vuole solo obbligarti a procedere diritto perché ha scommesso tutto quello che aveva sul fatto che avresti ubbidito, a prescindere da quanto erano deliranti le sue intenzioni, che fai ?

Semplice, ti pianti dove ti trovi e non ti muovi. Lui ovviamente impazzirà e ti frusterà con tutta la sua furia. Perché è un essere penoso che non avrebbe mai dovuto sedersi in quel posto a fare quel che sta facendo, ma c'è e tanto vale constatarlo. Se hai idea che lo fai per te e solo per te, potresti a un certo punto vacillare e credere che siccome è rincoglionito allora ha senso correre verso il burrone e portaterlo all'inferno, dove verrà giudicato per la sua debbenaggine. Ma siccome questo pensiero sottende vendetta per i torti subiti, è più probabile che il destino più penoso attenda il cavallo, non il guidatore.

Se invece stai piantato dove ti trovi, allora il guidatore ha una sola possibilità: scendere dal carretto. Non può fare niente altro. Ivi incluso se ti uccide. Ma quel risultato lo puoi ottenere solo se "sai" che oltre a salvare le tue chiappe, volente o nolente tu sei lì anche per salvare le sue. Che non vuole essere salvato e che non sa nemmeno cosa stai facendo e che magari ti odia per ciò che fai, ma non importa.

Se sei più lucidamente cosciente di lui quello è il tuo dovere. Altrimenti nel burrone ci finiranno due cretini, non uno solo.

 


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BrunoWald
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Veramente, essendo ormai da tempo defunta l'idea di comunità, e ultimamente anche quella di società e certezza del diritto, di fronte al montare del Nulla mi riconosco dei doveri soltanto verso me stesso, nonché verso coloro che mi sono cari o che riconosco affini.

Non sento alcuna vocazione missionaria nei confronti dei non pensanti. Tantomeno intendo trascinarli in un burrone: ci riescono benissimo senza il mio aiuto. Al contrario, l'idea è togliersi di mezzo, spostarsi dalla loro traiettoria. Anche perché null'altro è possibile fare, a mio parere. Se tu hai delle idee migliori, e sei disposto a metterle in pratica per il bene dell'umanità, avrai tutto il mio rispetto, non però la mia adesione.

Non si tratta di "salvare le chiappe": non sono affatto sicuro che, agendo a modo mio, riuscirò a sfuggire al naufragio epocale verso cui siamo diretti. Ma non importa, la parola chiave è "a modo mio". Poi va considerato anche un senso impersonale di giustizia: la stupidità non è mai stata una scusa per nessuno, e non vedo perché bisognerebbe intromettersi nelle scelte di qualcuno che vuol gettarsi in un burrone, lucido o meno che sia.

Si vede che era il suo karma.


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GioCo
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Pubblicato da: @brunowald

Veramente, essendo ormai da tempo defunta l'idea di comunità, e ultimamente anche quella di società e certezza del diritto, di fronte al montare del Nulla mi riconosco dei doveri soltanto verso me stesso, nonché verso coloro che mi sono cari o che riconosco affini.

Non sento alcuna vocazione missionaria nei confronti dei non pensanti. Tantomeno intendo trascinarli in un burrone: ci riescono benissimo senza il mio aiuto. Al contrario, l'idea è togliersi di mezzo, spostarsi dalla loro traiettoria. Anche perché null'altro è possibile fare, a mio parere. Se tu hai delle idee migliori, e sei disposto a metterle in pratica per il bene dell'umanità, avrai tutto il mio rispetto, non però la mia adesione.

Non si tratta di "salvare le chiappe": non sono affatto sicuro che, agendo a modo mio, riuscirò a sfuggire al naufragio epocale verso cui siamo diretti. Ma non importa, la parola chiave è "a modo mio". Poi va considerato anche un senso impersonale di giustizia: la stupidità non è mai stata una scusa per nessuno, e non vedo perché bisognerebbe intromettersi nelle scelte di qualcuno che vuol gettarsi in un burrone, lucido o meno che sia.

Si vede che era il suo karma.

Rispetto sia la tua scelta che quanto la motiva. Semplicemente non parto dal principio che per noi "ci sia una scelta". Ognuno fa solo ciò che deve ed è inserito nella storia proprio e solo per quello, per ciò non desidero che questa mia sia perpecipa (se così fosse) come un "tentativo di confronto", come a dire che c'è l'ho più lungo o la so più lunga (che poi è uguale). Ma nemmeno che il tuo "salvarsi le chiappe" sia da me criticato.

Constato e basta. Significa che mi limito a descrivere, nel pieno e solo rispetto della sincerità e in coscienza, quello che osservo e nel modo più limpido che mi riesce, per il solo piglio di non dovermi sputare in faccia se mi guardo allo specchio. In un Mondo però di posseduti e di allucinati, questo semplice atto diventa il cuore di tutto ciò che possiamo intendere come "rivoluzionario".  Per ciò l'innocente (che rimane tale) è colui che alla fine si becca le peggio bastonate e nella esatta misura in cui si picca di conservare la sua propria innocenza. Poi per carità, nella Luce nessuno è innocente. Cambia solo l'intento ed è più che sufficiente.

Mi trovo @brunowald nella situazione di non dover difendere niente e nessuno a parte me stesso. Per certi aspetti una bruttissima posizione, per altri no. Come sempre. Questo mi spinge a vedere la panoramica da una "posizione di privilegio" in un periodo in cui la condivisione è possibile. Questo è il solo motivo per cui "mi faccio alla fine convincere" da ciò che poi mi obbliga. La forza forte che tutto spinge e tutto regola.

Tutto qui.

 


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sarah
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L'ipotesi peggiore è che il guidatore scenda dal carretto e uccida il cavallo che si è rifiutato di camminare; poi, accortosi del perché l'animale si era fermato, decida di cambiare strada salvando le proprie terga. Forse non è l'ipotesi più probabile ma la sola paura che possa andare così potrebbe influenzare le decisioni del cavallo. C'è una favola araba che parla di un ricco signore che in un caldo pomeriggio ordina che il suo cavallo sia sellato per andare a fare una passeggiata. Li accompagna il fidato falco che il ricco padrone ha addestrato. Giunti a metà del cammino, il nostro personaggio inizia ad avere sete e scorge una sorgente sopra un pendio, allora vorrebbe fermare il suo cavallo per raggiungere l'acqua e bere. Ma, inspiegabilmente, il falco si comporta in modo strano, vola minacciosamente contro il padrone come per impedirgli di proseguire nel suo intento. Tormentato dalla sete, l'uomo non può tollerare il comportamento del suo amico falco e lo uccide. Scende da cavallo e si dirige verso la fonte ma si accorge che questa è circondata da animali morti e che dunque molto probabilmente è avvelenata. Rinuncia allora a bere, salvando se stesso ma non potrà riportare in vita il suo amico che aveva cercato a suo modo di salvarlo. Chiaramente la morale immediata è un'altra e inoltre l'autore dipinge un personaggio non necessariamente malvagio ma solo impulsivo e troppo sicuro di sé. Gli riconosce anche la capacità di provare rimorso. Egli ci avverte anche che il male non solo esiste ma che con grande facilità può guidare le azioni umane. Noi ci troviamo di fronte a soggetti moralmente ben peggiori del protagonista della fiaba e non dobbiamo spiegarci il perché. Questo credo che sia in grado di limitare in parte l'atteggiamento responsabile o empatico e alimenti l'indifferenza e il cinismo che poi si uniscono pericolosamente all'ignoranza di fondo e al mancato senso critico. Poi si può anche credere che le situazioni tipiche che abbiamo descritto rientrino in una sorta di "disegno" o di "destino" che ha già stabilito i ruoli e le parti di ciascun "elemento" e che non si possa far nulla. Eppure, le nostre coscienze vorrebbero altro, vorrebbero che ci impegnassimo anche a costo di fare la fine del cavallo dell'esempio di @GioCo o che per lo meno non ci sentissimo sconfitti dalla prepotenza del malvagio senza nemmeno aver combattuto. Il problema è il come, dice bene @BrunoWald.


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