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Il testo integrale della risoluzione del Parlamento UE- "La pace giungerà con vittoria di Kiev, Dopo la guerra Ucraina nella NATO" Presupposti logici per una guerra perpetua


marcopa
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 Risoluzione del Parlamento europeo del 15 giugno 2023 sulla ricostruzione sostenibile dell'Ucraina e la sua integrazione nella comunità euroatlantica (2023/2739(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sull'Ucraina, in particolare a seguito dell'escalation della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina nel febbraio 2022,

–  visti l'accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra(1), firmato nel 2014, e la zona di libero scambio globale e approfondita tra l'Unione europea e l'Ucraina che lo accompagna,

–  viste la domanda di adesione all'UE presentata dall'Ucraina il 28 febbraio 2022 e la conseguente concessione, da parte del Consiglio europeo, dello status di paese candidato il 23 giugno 2022,

–  vista la dichiarazione comune resa a seguito del 24º vertice UE-Ucraina svoltosi il 3 febbraio 2023 a Kiev,

–  vista la dichiarazione del vertice NATO tenutosi a Bucarest il 3 aprile 2008,

–  viste la dichiarazione dei leader del G7 del 27 giugno 2022 sul sostegno all'Ucraina e l'ultima dichiarazione dei leader del G7 del 19 maggio 2023,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 6 giugno 2023 dal vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e dal commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, sulla distruzione della diga di Kakhovka,

–  visti il documento finale della conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina (URC2022) svoltasi a Lugano dal 4 al 5 luglio 2022 e l'imminente conferenza URC2023, prevista a Londra dal 21 al 22 giugno 2023,

–  viste le conclusioni della conferenza internazionale di esperti sulla ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell'Ucraina, svoltasi a Berlino il 25 ottobre 2022,

–  visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha rilanciato la sua guerra di aggressione non provocata, ingiustificata e illegale contro l'Ucraina, la situazione geopolitica in Europa è cambiata radicalmente; che tale guerra di aggressione costituisce una palese e flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite e dei principi fondamentali del diritto internazionale; che i crimini commessi dalla Russia contro l'Ucraina, fra cui il crimine di aggressione, i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità che possono equivalere a genocidio, richiedono una piena assunzione di responsabilità da parte di funzionari governativi, leader militari, propagandisti dei media e altri autori dei reati, in linea con il diritto internazionale; che l'Ucraina e i suoi cittadini sono determinati nel resistere alla guerra di aggressione della Russia e hanno difeso con successo il loro paese, seppure con un costo elevato in termini di vittime civili e militari, infrastrutture civili e critiche distrutte e la distruzione dell'ambiente naturale e di siti del patrimonio culturale; che un terzo della popolazione ucraina ha abbandonato la propria casa e che si stima che il prodotto interno lordo (PIL) del paese sia diminuito di almeno un terzo nel 2022; che le azioni intraprese dalla Russia in Ucraina negli ultimi 16 mesi continuano a minacciare la pace e la sicurezza in Europa e nel mondo;

B.  considerando che l'Ucraina, in quanto paese indipendente e sovrano, possiede il diritto fondamentale di determinare il proprio futuro; che ciò include la libertà di scegliere le proprie alleanze, di definire le proprie politiche e di perseguire i propri interessi nazionali in linea con la volontà del suo popolo; che un'Ucraina forte, stabile e indipendente è essenziale per la stabilità della zona euro-atlantica ed è fondamentale per promuovere la pace e la stabilità a livello europeo e globale, nonché per difendere i principi della democrazia e del diritto internazionale;

C.  considerando che l'Ucraina è ora un paese candidato all'adesione all'UE e ha ricevuto da quest'ultima un sostegno massiccio in tutti i settori; che l'Ucraina ha compiuto progressi tangibili nel portare avanti riforme decisive e dà prova di un chiaro impegno a favore dell'integrazione nell'UE e nella NATO; che nell'ottobre 2023 la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti dall'Ucraina nell'attuazione delle sette raccomandazioni indicate nel parere della Commissione del 17 giugno 2022 sulla domanda di adesione del paese all'UE; che ci si attende una decisione da parte del Consiglio europeo, nella riunione che si terrà nel dicembre 2023, in merito alla preparazione dell'Ucraina all'adesione all'UE e agli ulteriori passi da intraprendere lungo il suo percorso europeo;

D.  considerando che l'UE e gli Stati membri, insieme ai partner internazionali e agli alleati della NATO, hanno fornito un sostegno militare sostanziale per assistere l'Ucraina nell'esercizio del suo legittimo diritto all'autodifesa contro la guerra di aggressione russa;

E.  considerando che, nella dichiarazione del vertice NATO di Bucarest, gli alleati hanno accolto con favore le aspirazioni euro-atlantiche dell'Ucraina e hanno deciso che tale paese diventerà membro della NATO; che ogni allargamento della NATO ha seguito il principio secondo cui dovrebbe apportare ulteriore sicurezza ai membri esistenti; che il prossimo vertice NATO che si terrà a Vilnius nel luglio 2023 dovrà affrontare la questione di come dare seguito alla dichiarazione di sostegno all'adesione dell'Ucraina formulata a Bucarest nel 2008;

F.  considerando che le minacce alla pace internazionale aumenteranno notevolmente se l'Ucraina non sarà vittoriosa, in quanto ciò danneggerebbe irrimediabilmente il fondamento stesso dell'ordine internazionale, incoraggiando nel contempo autocrazie ostili in tutto il mondo a replicare il comportamento imperialistico della Russia e condurre analoghi atti di aggressione;

G.  considerando che la diga di Kakhovka, situata sul fiume Dnipro, nella parte occupata dalla Russia dell'Ucraina meridionale, è stata distrutta deliberatamente con un atto terroristico il 6 giugno 2023; che l'esplosione ha creato una breccia enorme nella diga, con la conseguente inondazione della zona a valle, in direzione di Kherson; che la rottura della diga ha causato diverse vittime, ha reso necessaria l'evacuazione della popolazione civile locale, ha distrutto le infrastrutture, le abitazioni e la fauna selvatica e ha causato la contaminazione dell'acqua con sostanze chimiche industriali e petrolio; che, secondo le stime dell'Ucraina, decine di migliaia di persone rimangono bloccate nella zona colpita, mentre centinaia di migliaia di persone non hanno accesso all'acqua potabile; che le mine terrestri sono state trascinate via dall'inondazione, il che suscita gravi preoccupazioni in materia di sicurezza; che decine di migliaia di ettari di terreni agricoli sono stati danneggiati e che lo svuotamento del bacino creato dalla diga lascerà senza irrigazione 584 000 ettari di terreno; che l'ampio bacino forniva acqua di raffreddamento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e la diminuzione dei livelli idrici rappresenta un'ulteriore minaccia per la centrale;

H.  considerando che la seconda valutazione rapida dei danni e dei bisogni (Rapid Damage and Needs Assessment) effettuata dal governo ucraino di concerto con il Gruppo della Banca mondiale, la Commissione e le Nazioni Unite e pubblicata il 23 marzo 2023, stima che il costo della ricostruzione e della ripresa in Ucraina è salito ad almeno 383 miliardi di EUR; che tale cifra è destinata ad aumentare ulteriormente a causa del danneggiamento o della distruzione di un numero crescente di infrastrutture, come dimostra la recente distruzione della diga di Kakhovka; che il 26 gennaio 2023 è stata lanciata la piattaforma multi-agenzia di coordinamento dei donatori per l'Ucraina, che riunisce funzionari di alto livello dell'Ucraina, dell'UE, dei paesi del G7 e di istituzioni finanziarie internazionali come la Banca europea per gli investimenti, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale; che la piattaforma mira a fungere da catalizzatore al fine di mobilitare gli impegni internazionali necessari per rispondere ai bisogni dell'Ucraina;

1.  ribadisce la sua ferma solidarietà e rende omaggio al coraggio dei cittadini e dei dirigenti ucraini, impegnati a difendere coraggiosamente la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale del loro paese;

2.  ribadisce con la massima fermezza la sua condanna nei confronti della guerra di aggressione non provocata, illegale e ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e del coinvolgimento del regime bielorusso; invita la Russia a porre immediatamente fine a tutte le attività militari in Ucraina e a ritirare completamente e senza condizioni tutte le forze, comprese quelle irregolari, e le attrezzature militari dall'intero territorio dell'Ucraina riconosciuto a livello internazionale, a interrompere le deportazioni forzate di civili ucraini e a rilasciare tutti gli ucraini detenuti e deportati, in particolare i bambini;

3.  riafferma la sua determinazione a continuare a sostenere l'Ucraina fino al pieno ripristino e al pieno controllo dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale e durante tutto il processo di ripresa e ricostruzione sostenibili dell'Ucraina; riconosce la resilienza e la determinazione dimostrate dal popolo ucraino nel perseguire i valori democratici, gli sforzi di riforma e le aspirazioni all'integrazione nella comunità euro-atlantica delle nazioni;

4.  condanna con la massima fermezza la distruzione, da parte della Russia, della diga di Kakhovka il 6 giugno 2023, che ha causato vaste inondazioni, ha provocato un disastro ambientale e un ecocidio in Ucraina e costituisce un crimine di guerra; ribadisce che tutti i responsabili di simili crimini di guerra, compresa la distruzione della diga, saranno chiamati a rispondere delle loro azioni conformemente al diritto internazionale; si compiace della rapida attivazione del meccanismo di protezione civile dell'UE; invita la Commissione e gli Stati membri a fornire tutta l'assistenza di base necessaria nella zona inondata, in particolare attrezzature e macchinari per le operazioni di soccorso, acqua potabile e generi alimentari; è allarmato per il fatto che la distruzione della diga di Kakhovka potrebbe anche compromettere la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia; sostiene l'indagine della Corte penale internazionale sulla distruzione della diga di Kakhovka;

5.  esprime la sua costante preoccupazione per la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che è occupata e controllata illegalmente dalla Federazione russa; chiede che al personale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) sia garantito un accesso immediato a tutti gli impianti della centrale nucleare di Zaporizhzhia; sostiene gli sforzi volti a mantenere una presenza continua dell'AIEA alla centrale nucleare di Zaporizhzhia; sottolinea l'importanza di rafforzare il quadro internazionale per la protezione degli impianti nucleari destinati a scopi pacifici, anche durante i conflitti armati; ribadisce la sua profonda preoccupazione per il più ampio impatto ambientale a lungo termine causato dal conflitto; ricorda e condanna i precedenti atti di ecocidio della Russia contro la flora e la fauna ucraine, tra cui il disboscamento delle foreste ucraine, la collocazione di mine in vaste aree e l'avvelenamento dell'aria e delle risorse idriche;

6.  sottolinea che la pace a cui si giungerà con la vittoria dell'Ucraina deve essere garantita integrando l'Ucraina nell'UE e nella NATO; ribadisce, in tale contesto, il suo sostegno alla decisione del Consiglio europeo di concedere all'Ucraina lo status di paese candidato all'adesione all'UE; confida in una raccomandazione positiva della Commissione, una volta realizzate le sette tappe indicate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione dell'Ucraina all'UE; invita il Consiglio e la Commissione a definire un percorso chiaro per l'avvio dei negoziati di adesione, basato su un approccio graduale e incentrato sulla fornitura di benefici tangibili alla società e ai cittadini ucraini sin dall'inizio del processo; esorta la Commissione e gli Stati membri a continuare a sostenere l'Ucraina affinché i negoziati di adesione del paese all'UE possano essere avviati quest'anno e segnala che ciò potrebbe essere seguito da una conferenza intergovernativa con tempi simili; riafferma il proprio impegno a favore dell'adesione dell'Ucraina all'UE, che rappresenta una svolta e un investimento, sul piano geostrategico, in un'Europa unita e forte;

7.  ribadisce la sua richiesta di un'interazione innovativa, complementare e flessibile tra i lavori in corso sull'attuazione dell'accordo di associazione in vigore e il processo negoziale di adesione, consentendo in tal modo la graduale integrazione dell'Ucraina nel mercato unico dell'UE e nei programmi settoriali, compreso l'accesso ai fondi dell'UE nei rispettivi settori; esorta gli Stati membri ad astenersi da qualsiasi azione unilaterale che limiti l'accesso dell'Ucraina al mercato unico dell'UE;

8.  sottolinea che il processo di adesione all'UE deve avvenire in conformità dell'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, sulla base del rispetto delle procedure pertinenti e subordinatamente al soddisfacimento dei criteri stabiliti, in particolare i criteri di Copenaghen per l'adesione all'UE, e rimane un processo basato sul merito che richiede l'adozione e l'attuazione delle riforme pertinenti, in particolare nei settori della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani, dell'economia di mercato e dell'attuazione dell'acquis dell'UE; esorta l'Ucraina a dare priorità al rafforzamento dello Stato di diritto, portando avanti la riforma del sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione, poiché i progressi in questi ambiti determineranno non solo i suoi progressi nel percorso europeo ma anche il successo della sua ricostruzione e della sua ripresa; crede fermamente che la solida prospettiva di un'adesione dell'Ucraina all'UE basata sul merito sia nell'interesse politico, economico e di sicurezza della stessa Unione;

9.  incoraggia l'UE e i suoi Stati membri a fornire più sostegno e assistenza all'Ucraina nel suo cammino verso l'adesione all'UE, anche in termini di competenze tecniche, sviluppo delle capacità e riforme istituzionali necessarie per soddisfare i criteri di adesione; sottolinea che l'Unione stessa deve intraprendere le riforme necessarie in vista di futuri allargamenti;

10.  accoglie con favore la decisione del vertice del Consiglio d'Europa del 17 maggio 2023 a Reykjavik di istituire un registro dei danni causati dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, che costituisce uno dei primi passi verso un meccanismo internazionale di risarcimento per le vittime della guerra di aggressione russa; invita i rimanenti membri del Consiglio d'Europa ad aderire quanto prima all'accordo; ribadisce, in tale contesto, il suo invito alle istituzioni dell'UE e agli Stati membri a portare avanti in modo ambizioso i propri lavori per la creazione di una base giuridica per la confisca dei beni pubblici russi al fine di finanziare la ricostruzione dell'Ucraina e di risarcire le vittime dell'aggressione russa; sottolinea la propria convinzione che, una volta terminata la guerra, la Russia dovrà essere obbligata a pagare le riparazioni che le verranno imposte per garantire che apporti un contributo sostanziale alla ricostruzione dell'Ucraina;

11.  sottolinea l'importanza di collegare la ricostruzione dell'Ucraina ai preparativi per l'adesione del paese all'UE e alle riforme interne in corso; ribadisce che le infrastrutture e la capacità industriale danneggiate dovrebbero essere ricostruite conformemente al principio "ricostruire meglio" e agli obiettivi del Green Deal europeo, con la finalità di promuovere un'economia digitale e senza emissioni di carbonio e di trasformare l'Ucraina in uno Stato sociale e un'economia di mercato moderni ed europei;

12.  sottolinea la necessità di dare priorità a un pacchetto globale dell'UE per la ripresa dell'Ucraina, che sia incentrato sul soccorso, la ricostruzione e la ripresa del paese nell'immediato e a medio e lungo termine; chiede che il pacchetto per la ripresa sia sostenuto da finanziamenti dell'UE credibili e adeguati in linea con le esigenze e attende con interesse le proposte della Commissione sulla revisione intermedia dell'attuale quadro finanziario pluriennale e sul finanziamento degli sforzi di ricostruzione ucraini nei prossimi anni attraverso lo strumento per la ricostruzione dell'Ucraina, una volta che sarà istituito;

13.  riconosce il lavoro svolto dall'Ucraina, dall'UE, dal G7, dalle istituzioni finanziarie internazionali e da altri partner che condividono gli stessi principi nell'elaborare un piano di ripresa e ricostruzione per l'Ucraina; accoglie con favore e sostiene in particolare i sette principi guida della dichiarazione di Lugano; invita la Commissione, insieme ai partner internazionali dell'UE e dell'Ucraina, a convocare un'altra conferenza ad alto livello dedicata al processo di ricostruzione e ripresa dell'Ucraina, che si baserebbe sui risultati delle conferenze internazionali del 2022 di Lugano e Berlino e sull'imminente conferenza internazionale di Londra e contribuirebbe altresì a collegare più strettamente il processo di ricostruzione con il processo di integrazione europea dell'Ucraina; accoglie con favore l'intenzione dell'UE di svolgere un ruolo guida, in particolare attraverso la piattaforma multi-agenzia di coordinamento dei donatori concordata tra l'Ucraina, il G7, le istituzioni finanziarie internazionali e altri partner chiave; sottolinea la necessità di coinvolgere il Parlamento europeo in qualità di osservatore; pone in risalto l'importanza di un buon coordinamento e di un'adeguata divisione dei compiti tra i donatori e l'Ucraina; sottolinea la necessità di garantire che il processo di ricostruzione resti interamente nelle mani dell'Ucraina, con lo stretto coinvolgimento delle organizzazioni della società civile e delle autorità locali; esorta l'UE, gli Stati membri e le istituzioni finanziarie internazionali a fornire sovvenzioni condizionali anziché prestiti;

14.  sottolinea che lo sminamento e la rimozione degli ordigni inesplosi (unexploded ordnance – UXO) sono prerequisiti per la ricostruzione dell'Ucraina, compresa la sua produzione agricola, che è essenziale per l'economia del paese e per la sicurezza alimentare globale; ricorda che un'ampia parte del territorio ucraino è contaminata da mine e ordigni inesplosi; sottolinea che gli attuali sforzi di sminamento e rimozione non coprono la domanda di tali interventi; sottolinea che le attività di sminamento e rimozione degli ordigni inesplosi devono essere accelerate per poter fornire tutta l'assistenza necessaria alle zone del paese più colpite dall'aggressione russa; sottolinea che tali sforzi richiederanno finanziamenti globali a lungo termine;

15.  invita il governo ucraino a continuare a rafforzare le autonomie locali e a integrare il successo della riforma del decentramento nell'architettura generale dei processi di riparazione, ripresa e ricostruzione dell'Ucraina, tra l'altro attribuendo alle autorità locali un ruolo di primo piano nel processo decisionale relativo ai progetti di ricostruzione; richiama l'attenzione sull'Associazione delle città ucraine e sull'Alleanza europea delle città e delle regioni per la ricostruzione dell'Ucraina, quest'ultima lanciata il 30 giugno 2022 quale veicolo per mappare le esigenze locali e regionali in Ucraina;

16.  esprime la convinzione che il processo di ricostruzione e ripresa dell'Ucraina debba essere saldamente basato sui principi di equità sociale e inclusione, uguaglianza di genere, sostenibilità e trasformazione verde, titolarità locale, trasparenza e rendicontabilità, e debba essere accompagnato da meccanismi efficaci per monitorarne l'attuazione; pone in risalto l'importanza di un'architettura di governance trasparente, della rendicontabilità e di una solida gestione finanziaria; sottolinea la necessità di utilizzare valutazioni d'impatto ambientale per i futuri progetti di ricostruzione, in particolare nei siti protetti, come quelli nella catena montuosa dei Carpazi;

17.  mette in guardia dall'uso dei futuri sforzi di ricostruzione per modificare la legislazione in modo tale da avvantaggiare determinati interessi particolari a scapito della parità di condizioni e della trasparenza; invita il presidente Zelenskyy a non firmare il progetto di legge 5655 sull'attività di sviluppo urbano;

18.  sottolinea inoltre la necessità di tenere conto delle preoccupazioni, delle esigenze e delle competenze degli sfollati interni e dei rifugiati, in quanto il loro reinserimento nelle comunità locali sarà fondamentale per rafforzare la resilienza sociale e istituzionale dell'Ucraina e la sua unità; ricorda la sfida incombente di affrontare le sofferenze di vittime e veterani, molti dei quali avranno difficoltà a reinserirsi pienamente nella vita sociale dopo la fine della guerra, in particolare le persone che sono state detenute, torturate, violentate o abusate in altro modo dalle forze di occupazione russe; ribadisce che molte di queste persone avranno bisogno di assistenza psicologica e medica a lungo termine per la riabilitazione e il reinserimento;

19.  ribadisce la sua posizione secondo cui i rappresentanti delle autonomie locali e della società civile in Ucraina devono essere attivamente coinvolti nel processo di ripresa e ricostruzione e che tale processo deve soddisfare i più elevati standard di trasparenza e rendicontabilità; chiede che sia prestata particolare attenzione alle esigenze e alle aspettative dei giovani e dei gruppi vulnerabili;

20.  invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a mantenere l'unità dell'UE e a esercitare una maggiore pressione sulla Russia e sui suoi alleati, anche attraverso ulteriori pacchetti di sanzioni, volti a indebolire strategicamente la capacità bellica della Russia; condanna il comportamento degli Stati, delle entità e degli individui che aiutano la Russia a evitare gli effetti delle sanzioni dell'UE; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare un meccanismo atto a prevenire l'elusione delle sanzioni; invita la Commissione e gli Stati membri a estendere le sanzioni per includere il divieto totale, in tutti gli Stati membri, della commercializzazione e del taglio dei diamanti di origine russa o riesportati dalla Russia e ad abbassare il tetto al prezzo del petrolio russo; ribadisce il suo invito alle imprese europee a ritirare le loro attività dalla Russia; invita gli Stati membri ad adottare misure particolari per evitare che i prodotti tecnologici avanzati esportati verso paesi non UE finiscano in Russia; invita gli Stati membri a perseguire con rigore le persone o le entità che partecipano all'elusione delle sanzioni dell'UE; chiede il rafforzamento delle misure restrittive nei confronti del regime in Bielorussia, le quali non rispecchiano le sanzioni imposte alla Russia, nonostante i numerosi appelli in tal senso, sebbene il regime bielorusso abbia fornito un costante sostegno politico, finanziario, operativo e logistico a Mosca nella sua aggressione contro l'Ucraina e abbia intrapreso azioni ibride congiunte contro l'UE, come l'uso della migrazione come arma, al fine di destabilizzare l'UE e indebolire il sostegno all'Ucraina;

21.  sottolinea che il sostegno dell'UE va ben al di là del settore civile e comprende anche un ampio sostegno in campo militare; invita l'UE, gli Stati membri e i partner che condividono gli stessi principi a rafforzare la cooperazione militare con l'Ucraina, anche fornendo più competenze, formazione e sviluppo delle capacità, al fine di rafforzare le capacità di difesa dell'Ucraina al livello necessario per liberare il territorio ucraino riconosciuto a livello internazionale e di scoraggiare ulteriori aggressioni; ribadisce il proprio sostegno a tali misure e alla loro sostanziale estensione e la necessità di sfruttare appieno lo strumento europeo per la pace a tale riguardo;

22.  sottolinea che, arrestando con successo l'aggressione russa, l'esercito ucraino si è dimostrato uno degli eserciti più preparati ed esperti al mondo; riconosce ed elogia il significativo contributo dell'Ucraina alla sicurezza della zona euro-atlantica e alla difesa dei suoi valori resistendo alla guerra di aggressione russa; ricorda i rischi che comporta lasciare l'Ucraina a languire in una zona grigia di sicurezza che inviterebbe la Russia a mantenere le ostilità a lungo termine;

23.  invita gli alleati della NATO a onorare il loro impegno per quanto riguarda l'adesione dell'Ucraina alla NATO e si attende che i prossimi vertici a Vilnius e Washington spianino la strada per estendere l'invito all'Ucraina ad aderire alla NATO e che il processo di adesione sia avviato dopo la fine della guerra e ultimato quanto prima; invita l'UE, gli Stati membri, gli alleati della NATO e i partner che condividono gli stessi principi a collaborare strettamente con l'Ucraina per sviluppare un quadro temporaneo per le garanzie di sicurezza, da attuare immediatamente dopo la guerra, fino a quando non sarà raggiunta la piena adesione alla NATO; sottolinea che l'integrazione dell'Ucraina nella NATO e nell'UE rafforzerebbe la sicurezza regionale e globale, promuoverebbe la stabilità e rafforzerebbe i legami di cooperazione e i valori condivisi tra l'Ucraina e la comunità euro-atlantica;

24.  invita la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna e gli Stati membri a rafforzare la comunicazione strategica e a fornire informazioni pertinenti sulle opportunità e i vantaggi reciproci che presenta l'allargamento sia in Ucraina che negli Stati membri, per aumentare ulteriormente il sostegno e rendere più comprensibile il processo di adesione; invita la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna e gli Stati membri a migliorare la visibilità dei finanziamenti dell'UE e dei loro risultati tangibili in Ucraina; insiste affinché l'UE e la società civile ucraina svolgano un ruolo attivo nell'attuazione di tali obiettivi;

25.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Presidente, al governo e alla Verchovna Rada dell'Ucraina, al Segretario generale e al Presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO, al Presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa, al Consiglio d'Europa e all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

 

(1) GU L 161 del 29.5.2014, pag. 3.

 

Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2023

Citazione
marcopa
Illustrious Member
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 3---riafferma la sua determinazione a continuare a sostenere l'Ucraina fino al pieno ripristino e al pieno controllo dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale 

 

.6---sottolinea che la pace a cui si giungerà con la vittoria dell'Ucraina deve essere garantita integrando l'Ucraina nell'UE e nella NATO

 

 23---invita gli alleati della NATO a onorare il loro impegno per quanto riguarda l'adesione dell'Ucraina alla NATO e si attende che i prossimi vertici a Vilnius e Washington spianino la strada per estendere l'invito all'Ucraina ad aderire alla NATO e che il processo di adesione sia avviato dopo la fine della guerra e ultimato quanto prima;

 

proviamo a prendere alla lettera le frasi della risoluzione riportate qui sopra.

La pace arriverà solo dopo la vittoria dell' Ucraina, che riprenderebbe il pieno controllo dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale. (compresa quindi la penisola di Crimea che la Russia ha annesso in modo incruento nel 2014)

 

 

Ma se la pace arriverà solo dopo la vittoria dell' Ucraina, se c'è questa convinzione,

è evidente che in questo momento l' Unione europea non cerca la pace in modo convinto, essendo certa  che la pace non possa arrivare ora, visto che la vittoria ucraina è ancora lontana.

 

Una volta finita la guerra con la vittoria dell' Ucraina poi Kiev entrerebbe nella NATO, un passo avversato da Mosca e uno dei principali motivi del conflitto armato.

Avrebbe interesse la Russia a cercare la pace per trovarsi subito dopo la NATO, con i suoi missili, in Ucraina ?

Quindi,

auspicare una rapida entrata dell' Ucraina nella NATO una volta finita la guerra,

ha lo scopo di scoraggiare eventuali intenzioni russe di cercare la pace..

 

 

Insomma, anche se per ora non sono riuscito a spiegarlo in modo comprensibile,

 

 le frasi estrapolate sono i presupposti logici per allontanare la pace,

e favorire una guerra senza prospettive di accordo.

 

marcopa

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marcopa
Illustrious Member
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Draghi fece le sue comunicazioni sul Consiglio d'Europa di giugno 2022 il 21 giugno al Senato e il 22 alla Camera,
 
la Meloni tutto in un solo giorno, il 28 giugno 2023,
 
meno si parla di Ucraina meglio è,
 
meglio per la guerra non per la pace

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oriundo2006
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Cito: ‘’..6---sottolinea che la pace a cui si giungerà con la vittoria dell'Ucraina deve essere garantita integrando l'Ucraina nell'UE e nella NATO..’.

Come sapete non sono un feticista della lettera stampata ma mi sento di dire che la Eu è divenuta nel tempo la madrina della Nato, sino ad essere - a termini rovesciati - semplicemente la sua espressione politica parlamentare e queste ultime prese di posizione, che vorrebbero essere di compromesso, lo certificano.

In effetti, la garanzia del raggiungimento della ‘pace’ viene ad essere legata all’ingresso del 'Paese 404' in una struttura che è giuridicamente differente dall’Eu, ovvero la Nato, essendo volta al raggiungimento di obiettivi a carattere militare e dunque eccedenti rispetto ad una ‘semplice' unione politica ed economica tra stati formalmente sovrani che hanno ceduto parte della loro sovranità con dei Trattati che erano estranei in linea di principio ad altri interessi e priorità ( ricordate la Francia che voleva una unione militare propria solo ad europei ).

In altri termini, il raggiungimento della ‘pace’ viene ad essere connesso univocamente all’ ingresso di questo Paese in una alleanza militare, in cui esistono almeno due stati, gli USA e UK, che NON ne fanno parte ed in cui la ‘sovranità’ degli stessi si trova strettamente limitata dagli obiettivi dell’ Alleanza e non dagli obiettivi dell’ unione, che chiaramente soccombono rispetto ai primi ( la Germania dovrebbe averlo capito chiaramente ).

L’anacoluto, fortissimamente voluto da europei ‘americanizzati' come la Polonia ed i baltici ma anche l’ Italia, esprime una tendenza già da tempo in opera, ovvero costituire la Nato espressione univoca non solo di una alleanza militare ‘europea’ ma anche sovradeterminata dal legame ‘atlantico’ fra Europa ed USA, in cui l’Eu diviene ancilla, in quanto è Europa in cui il legame tra gli stati viene a cedere il passo a quello tra gli stessi e l’ America, che prende il primo posto.

E' un cambiamento di definizione e di prospettiva enorme: l’ Eu diviene garante del legame tra gli stati europei ed istanze politiche extraeuropee attraverso la Nato, braccio armato di un ‘atlantismo’ che diventa coloniale verso gli stati stessi, come ben lo possiamo definire.

Non solo per considerazioni attualmente e timidamente a carattere espressamente militare, anche se poi questo è elemento che si presta ad un ‘work in progress’ a stile NWO.

Se poi andiamo a vedere cosa la Nato fa con l’ Europa, cioè il reciproco, allora le cose appaiono ancor più chiare: l’alleanza militare si insinua in ogni ganglio del sistema-Europa sino a dettarne le modalità d’ uso, verrebbe da dire, ovvero garantendo la ‘stabilità’ e l’ ‘indirizzo’ delle strutture politiche anche oltre le decisioni parlamentari o addirittura governative in quanto vengono superate da considerazioni e strategie differenti, in cui l’elemento ‘economia’ come lo conosciamo passa in secondo e terzo piano rispetto ad obiettivi di ‘imperium’ totale.

A questo punto e non è da escludere che la Nato divenga l’ossatura di una nuova ‘entità’ politica in cui Nord America ( USA e Canda ), UK e stati europei non vengano ad unirsi con una moneta unica, un sistema finanziario rigidamente interconnesso, con amplissimo ruolo dei giganti multinazionali e tutto quanto ne possa conseguire, tra cui forse l’ingresso di Israele. Questa mi pare la direzione logica degli avvenimenti.

Siamo dunque espressamente inseriti sempre più in una strategia neoimperiale ‘blindata’, in un regime di fatto e di diritto in cui noi cittadini di questo Leviatano non abbiamo alcuna possibilità di 'mettere becco', cioè di sottrarci a questo imperio le cui decisioni ‘ultime’ vengono ad essere dettate da Washington ed in parte da UK ( mai dimenticarlo ) in base ai loro interessi, che domani potranno essere anche ‘sistemici’ ben oltre l’Eu come la conosciamo oggi, anzi sicuramente. 

In altri termini, unendosi strettamente alla Nato, l’ Europa ha certificato oggi la propria subordinazione e domani la propria scomparsa.

 

 


sarah e BrunoWald hanno apprezzato
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