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Repubblica: Crosetto il 13 dicembre in aula su armi all' Ucraina. Ci saremo anche noi pacifisti con "un digiuno di coerenza pacifista""


marcopa
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Il 13 dicembre nelle aule parlamentari dovrebbe esserci una informativa di Crosetto, con voto, sull' invio di armi all' Ucraina nel 2023. Poi, entro due mesi, dovrà essere convertito in legge il decreto varato dal Consiglio dei Ministri. La notizia del 13 dicembre l' abbiamo trovata solo su Repubblica, la Stampa e il manifesto. Non siamo sicurissimi che quel giorno Crosetto sarà in aula, anche se Repubblica di solito è ben informata sulle intenzioni del Ministero della Difesa. E' certo però che saremo nel centro di Roma noi pacifisti, almeno 5 digiunatori, per un "digiuno di coerenza pacifista". Se poi Crosetto andrà in aula in un altro giorno, torneremo.

Marcopa

Decreto armi, avanti tutta

Dopo la Camera, il Cdm dà il via libera: prorogato l’invio di forniture militari per tutto il 2023. Il ministro Crosetto in Aula con una risoluzione il 13 dicembre. Ci sarà un voto. Conte: diremo no

https://www.lastampa.it/politica/2022/12/02/news/decreto_armi_avanti_tutta-12282429/

Ecco perché il 13 si discute dell'invio delle armi

ll 13 dicembre la risoluzione sulle armi

La tempistica anticipata dall'ex ministro - non questa settimana ma quella dopo - coincide con una data, martedì 13 dicembre, già battezzata e dedicata all'Ucraina: il decreto varato giovedì in Consiglio dei ministri concede la proroga fino al 31 dicembre 2023 dell'autorizzazione "a cedere" a Kiev "mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari". Ma lo stesso decreto prevede che ci sia un atto preventivo di indirizzo delle Camere. Una nuova risoluzione, insomma, come quella che il Parlamento votò all'unanimità subito dopo i primi bombardamenti russi a Kiev. Una risoluzione che precederà la conversione del decreto e che si discuterà proprio il 13 dicembre, con il ministro Guido Crosetto in aula. L'occasione potrebbe far riemergere i distinguo nella maggioranza e nell'opposizione.

https://www.repubblica.it/politica/2022/12/03/news/calenda_ucraina_armi_viaggio_a_kiev_rifinanziamento-377284086/

Invece il manifesto scrive:

La forma, che in democrazia non è un orpello, è cambiata. La sostanza no. Il decreto ricalca fedelmente quello di Draghi, anche nei suoi punti critici e più discutibili. Il Parlamento sarà informato attraverso il Copasir ma, una volta convertito il decreto, non dovrà più votare nuovi invii di armi. Ci saranno certamente informative parlamentari, e la prima potrebbe essere il 13 dicembre, ma depotenziate dall’assenza di voto. È su questo punto che si smarca e martella il Movimento 5 Stelle, che non si è schierato nettamente contro l’invio di nuove armi come il gruppo Si-Verdi ma chiede che ogni invio sia preceduto da un voto delle Camere.

È molto improbabile che il governo accetti. La Lega e in parte anche Forza Italia hanno ingoiato un boccone amaro, consapevoli di non poter fare diversamente. Su uno schieramento atlantista senza un pur minimo distinguo la premier ha scommesso tutto. L’intera credibilità del suo governo oltre confine, nella Ue ma a maggior ragione a Washington, dipende dalla sua capacità e determinazione nel tenere a bada i dissensi latenti nella maggioranza sull’adesione piena alle decisioni e alla strategia della Nato. Mettere oggi la questione delle armi sul tavolo significherebbe per un Matteo Salvini i cui consensi continuano a precipitare sfidare il rischio di una crisi di governo.

https://ilmanifesto.it/via-libera-al-decreto-armi-proroga-per-tutto-il-2023

 


Citazione
marcopa
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13 DICEMBRE, GUERRA IN UCRAINA, I DISARMISTI ESIGENTI ANNUNCIANO IL "DIGIUNO DI COERENZA" CONTRO IL DECRETO CROSETTO PER L'INVIO DELLE ARMI ALL'ESERCITO UCRAINO
 
Il 13 dicembre verrà sottoposto a voto parlamentare il decreto del Consiglio dei Ministri per prorogare «fino al 31 dicembre 2023» l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all'esercito ucraino al fine di combattere l’invasione russa.
Si tratta di una proroga del provvedimento introdotto dopo l’inizio della guerra dal governo Draghi, che era in scadenza a fine 2022.
In seguito ad esso, che fa da cornice giuridica, tra fine 2022 e inizio 2023 il governo Meloni varerà il sesto decreto di aiuti militari all’Ucraina: per quanto ci è dato sapere, si verrà incontro, da parte italiana, alla necessità manifestata da Kiev di di avvalersi di sistemi missilistici di difesa aerea per proteggere le infrastrutture energetiche dagli attacchi russi.
 
Ma il nuovo pacchetto, ha ribadito il ministro della Difesa Guido Crosetto, passerà in ogni caso dal Parlamento.
Si profila nel voto una ampia "unità nazionale", trasversale rispetto agli schieramenti destra-sinistra (centro-destra, centro-sinistra), perché le modalità del decreto (segretezza della lista di armi riferita solo al COPASIR) sono le stesse del governo Draghi votate a suo tempo anche da Fratelli d'Italia.
Il decreto dovrà essere convertito entro sessanta giorni, in cui il Parlamento sarà occupato anche ad affrontare il nodo legge di bilancio.
Una parte dell’opposizione annuncia battaglia ma su di essa pesano le accuse di incoerenza e di strumentalità. A prescindere dal grado di fondatezza delle critiche, interfacciarsi con una presenza pacifista in piazza sarebbe per essa un modo per limitare l'isolamento e la cattiva stampa.
I Disarmisti esigenti, tenendo conto di questi dati politici, promuovono un "digiuno di coerenza pacifista", facendo seguito a un appello portato alla manifestazione del 5 novembre, con l'invito ai manifestanti, tramite striscione e volantino, a riconvocarsi quando si sarebbe discusso in Parlamento l'invio delle armi all'Ucraina.
Si parla di "coerenza pacifista" perché, se ci battiamo affinché "tacciano le armi", ci sembra logico e doveroso darsi da fare per impedire che l'Italia le passi a chi le usa per sparare.
Siamo contro la guerra e quindi siamo contro a che degli esseri umani si sparino l’uno contro l’altro, a prescindere dalle ragioni e dai torti reciproci. Anche se le ragioni fossero tutte da una parte e i torti tutti dall’altra.
Un presidio si svolgerà, appunto il 13 dicembre, in piazza San Silvestro, dalle ore 11:00 alle ore 17:00, ed esporrà lo striscione "OGGI NON ESISTONO GUERRE GIUSTE (PAPA FRANCESCO)", portato in quel corteo del 5 novembre (dalle 100mila presenze, non una però fattasi viva il 30 maggio*) promosso da Europe for Peace e dalla CGIL (più altri).
Oggi non ci sono più guerre giuste per due motivi: 1) perché qualsiasi impiego di armi oggi danneggia più gli innocenti estranei che gli implicati direttamente nel conflitto e danneggia la Terra, cioè il corpo vivente di tutti; 2) perché esiste l’alternativa efficace dei metodi di resistenza nonviolenta.
 
Vi sono, al momento, cinque digiunatori promotori, Alfonso Navarra, Ennio Cabiddu, Mino Forleo, Gianpiero Monaca e Marco Palombo. Altri si aggiungeranno ad essi.
Alfonso Navarra è il portavoce dei Disarmisti esigenti, Ennio Cabiddu segue per l'organizzazione l'obiezione di coscienza alle spese militari e l'opzione fiscale, Mino Forleo è il responsabile di Per la scuola della Repubblica, Marco Palombo è della Rete No War di Roma.
Giampiero Monaca, maestro elementare, è impegnato dal 7 novembre in un presidio permanente a Roma presso la sede del Ministero della pubblica istruzione per tutelare l'esperienza di scuola attiva, all'aperto, cooperativa e partecipata di Bimbisvegli
 
Dalle 17:00 alle 20:00 del 13 dicembre incontro online su piattaforma zoom al seguente link: (ancora da avviare)
Lo concepiamo, questo digiuno, come un giorno di riflessione e di rinnovato impegno per trovare la strada di un rapporto di servizio con il popolo italiano inascoltato per come andremo spiegando.
Nella consapevolezza che il concetto di "popolo" non coincide con quello di "popolo della pace", questo ultimo in buona parte identificabile con i manifestanti del 5 novembre.
I digiunatori fanno rilevare che un movimento pacifista indipendente che volesse fare il suo mestiere ed influire politicamente dovrebbe in primo luogo farsi carico dei 4 punti su cui i media all'unanimità riferiscono di un consenso popolare maggioritario.
I punti sono i seguenti:
 
1- Non rifornire di armi e di aiuti militari l’esercito di Kiev (pur solidarizzando con il popolo martoriato dall’aggressione russa. Ma martirizzato anche da una guerra che cresce in intensità e durezza, senza sapere dove si potrà finire all’interno della logica che persegue la “vittoria militare”)
 
2- Darsi da fare diplomaticamente per “fare tacere le armi” (appunto) ed avviare subito, senza precondizioni, trattative di tregua e poi di pace con l’intervento dell’ONU
 
3- Non alimentare la corsa al riarmo né convenzionale né tantomeno nucleare. Quindi riduzione delle spese militari e rifiuto di ospitare vecchie e nuove bombe atomiche. Ancor meglio: aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari e comportarsi di conseguenza
 
4- Non alimentare una guerra economica parallela con quella militare: le sanzioni energetiche alla Russia, in particolare, risulta chiaro che vanno a danneggiare più i popoli che le élites che profittano dalle guerre.
È questo ultimo punto il contenuto più focalizzato dell’appello che ancora sottoponiamo per le adesioni dal titolo:
SALVIAMO LA TERRA – BLOCCHIAMO LA GUERRA
Revochiamo le sanzioni energetiche contro la Russia che ci separano dalla pace. Indirizziamoci invece verso la soluzione negoziata e cooperativa del conflitto!
PACE SIGNIFICA ANCHE PANE!
 
I primi firmatari sono:
Alfonso Navarra – Antonia Sani - Luigi Mosca - Moni Ovadia - Alex Zanotelli - Angelica Romano - Luciano Benini - Antonino Drago - Antonella Nappi ... e altre/i
Si vada, per leggere il testo al completo, e per sottoscrivere, al link:
I digiunatori auspicano che il 13 dicembre una pluralità di iniziative fiorisca declinando, con i valori e le posizioni delle varie componenti dell'arcipelago, diverse impostazioni della esigenza sopra indicata, ciascuna libera di esprimersi con le modalità che ritiene opportune.
Per adesioni e info: [email protected] - cell. 340-0736871

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