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Occupata Università Orientale di Napoli a sostegno della Palestina- Iniziato il necessario cambio di passo della solidarietà


marcopa
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Occupata l'Università Orientale di Napoli a sostegno della Palestina

Esposto uno striscione di solidarietà a Gaza 'fino alla vittoria'

NAPOLI, 06 novembre 2023, 09:59

Redazione ANS

 

 La sede dell'Università l'Orientale di Napoli è stata occupata da un gruppo di studenti che hanno esposto uno striscione a sostegno della Palestina "fino alla vittoria" c'è scritto sul drappo appeso al balcone centrale di Palazzo Giusso.

 

Nelle scorse settimane altri studenti avevano esposto una bandiera palestinese sulla facciata dell'Ateneo ed in altri luoghi della città.

In un lungo comunicato gli studenti annunciano una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sede dell'Ateneo per spiegare i motivi dell'occupazione. 
   

Dopo una serie di considerazioni generali sullo scenario della guerra, gli studenti vogliono "denunciare anche dai luoghi del sapere la complicità ed il silenzio delle nostre istituzioni e del governo. Il nostro è un atto che ha la finalità di riaprire il dibattito anche all'interno dell'università e far prendere posizione questa istituzione. Sappiamo che il nostro ateneo, come altri nel resto del paese, intrattengono rapporti di partnerariato e scambio di ricerche con le università israeliane e l'apparato militare-industriale italiano. Non vogliamo studiare in un'università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano ". "Pretendiamo - aggiungono - che l'università, nella figura del rettore Tottoli, si esponga pubblicamente a sostegno del popolo palestinese e per un cessate il fuoco immediato; che l'università riconosca pubblicamente il genocidio della popolazione palestinese di cui è responsabile il governo israeliano. E ancora, che l'università condanni pubblicamente le gravi violazioni dei diritti umani ed i crimini di guerra commessi dal governo di Israele: dall'uso del fosforo bianco, all'uccisione indiscriminata di civili, il bombardamento di scuole, ospedali e dei corridoi umanitari e l'assedio totale a cui è sottoposta in queste ore Gaza; che cessino gli accordi tra L'Orientale e le università israeliane, in quanto complici del regime di oppressione coloniale di insediamento e di apartheid, di gravi violazioni di diritti umani, compreso lo sviluppo di armamenti e di dottrine militari".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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sarah hanno apprezzato
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marcopa
Illustrious Member
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Nel commento al post precedente ho scritto qualche minuto fa

 

"

Ma anche la solidarietà con la Palestina deve fare un salto,

 

uscire dalle nicchie, in realtà assai consistenti, ed arrivare a tutti, come ?

 

Stando in strada a raccontare cosa succede alle persone che seguono le vicende palestinesi dai media mainstream.

 

Va rotto lo schema attuale delle forze mediatiche e politico-sociali, italiane ed occidentali, non è sufficiente quanto fatto finora. "

 

Il cambio di passo è iniziato ?

Speriamo, purtroppo saranno i fatti tragici ad imporlo.


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sarah
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Ho letto oggi che in Francia un gruppo di deputati propone una legge per punire con pesanti sanzioni e con il carcere chi esprime, non si capisce a che livello, posizioni "anti- is. realiane". Anche in Gran Bretagna, almeno un membro del parlamento critico nei confronti dell'azione militare, avrebbe subito pressioni per lasciare l'incarico. Sono notizie che andrebbero approfondite e meglio confermate, tuttavia mi pare che si stia consolidando un quadro assai preoccupante che ricalca i metodi repressivi finora seguiti nei confronti non solo del dissenso ma anche della semplice pluralità di opinione. Ora si evoca addirittura il carcere. Come a dire: saranno messi in condizione di sopravvivere e far parte della società solo coloro i quali accetteranno interamente il dettato del nuovo corso politico. Il concetto, ahimè, non ci è nuovo, tuttavia esso viene ogni volta rilanciato con le stesse modalità e con forza. Stiamo ormai perdendo anche la parvenza di una delle prerogative che consentiva la pacifica convivenza civile, preferendo la repressione. Tra l'altro sorprende la sproporzione della reazione politica: di fronte all'evidenza dello scarso consenso ottenuto, del numero di manifestazioni di segno opposto e della stessa incoerenza che intacca la solidarietà verso la violenza sui civili, si fa quadrato evocando dure repressioni. Non mi sembra un buon segno, forse ciò dimostra anche la paura di chi ha garantito con leggerezza sostegno incondizionato a certe agende politiche ormai quasi ingestibili. Pare si sia imboccata una via senza ritorno.


BrunoWald hanno apprezzato
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Detrollatore II
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Post: 459
 

@Sarah

Prima ti impediscono di criticare i vaccini
Poi ti impediscono di criticare l'Ucraina e Zelensky
Infine ti impediscono di criticare Israele
E finirà come sempre, dal covid in poi: falso allarme e si spegne tutta la propaganda e ogni velleità di limitazione delle libertà dei cittadini


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sarah
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Post: 521
 

@ Detrollatore II. Speriamo però che si spenga un po' più in fretta questa volta. Perché negli altri casi, covid e wakcini in primis, hanno avuto il tempo di fare un bel po' di danni. Vedremo questa volta.


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